"Ci sarà pure un giudice a Berlino", diceva il contadino di Potsdam che, nel ' 700, ribellandosi alla prepotenza di un nobile, dopo essersi rivolto inutilmente a tutte le corti di giustizia germaniche, volle arrivare a Federico il Grande di Prussia. E a Berlino ebbe giustizia.
RISORSE
- "Breve guida ai rimedi alle violazioni dei diritti umani" di Cesare Romano [2]
- "Diritti digitali e liberta' negate" di Marco Calamari [3]
- Video dei lavori del Consiglio Generale del Partito Radicale Transnazionale Nonviolento e Transpartito [4]
- Tutti i documenti da www.radicalparty.org [5]
- Riprese da dentro il Cie di Bari. Immagini di uno stato illegale [6]
Dai primi anni '60 il Partito Radicale ha costantemente scelto come strumento politico, l'utilizzo attivo della giurisprudenza e delle leggi esistenti per affermare o difendere perimetri di stato di diritto e di democrazia in Italia.
Divenuti transnazionali abbiamo contribuito in modo rilevante all'attivazione delle giurisprudenze internazionali, alla costituzione dei tribunali ad hoc [7] (Ruanda, ex-Jugoslavia) e alla Corte Penale Internazionale dell'Aia [8] e dopo una lunga battaglia alla Moratoria universale contro la pena di morte [9].
Oggi riconosciamo la necessità di continuare questo compito di consolidamento e rilancio della lotta a livello internazionale per l'affermazione della democrazia basata sul pieno rispetto delle libertà fondamentali. A 60 anni dall'adozione della Dichiarazione universale dei diritti umani, occorre avviare un cammino di semplificazione e unificazione progressiva degli organi internazionali con competenza sui diritti umani e delle loro procedure al fine di arrivare a una unica struttura con una giurisdizione che comprenda tutti i diritti contenuti nei vari strumenti internazionali adottati nel tempo.
Come rimediare alla violazione dei diritti umani

I lavori dell'ultimo Consiglio Generale del Partito Radicale Transnazionale Nonviolento e Transpartito, tenutosi dal 3 al 5 settembre 2010 presso il Centro di Cultura Contemporanea di Barcellona, sono stati incentrati sulla proposta di una campagna politica internazionale per attivare e rafforzare in tutto il mondo le giurisdizioni internazionali che già oggi dovrebbero presiedere alla salvaguardia dei diritti umani, civili e politici anche contro i crimini di Stato, e che invece spesso sono paralizzate dal sabotaggio degli Stati nazionali e del loro miope realismo politico. Cesare Romano, docente presso la Loyola Law School di Los Angeles, ha presentato il progetto di un centro internazionale focalizzato sui diritti umani, per aiutare gratuitamente le vittime a intraprendere azioni legali usando tutti i fori internazionali disponibili. Occorre ora passare alla preparazione di iniziative concrete, volte all'effettiva attivazione delle giurisdizioni per provocare significative modifiche legislative e sentenze contro i governi che violano sistematicamente i diritti umani fondamentali.
Un giudice anche per l'Italia
Nei mesi scorsi abbiamo denunciato attraverso il libro-dossier "La peste italiana [10]", come le denunce di violazione delle regole fondamentali possono provenire anche dai paesi di “democrazia reale”. A Barcellona Marco Pannella ha preannunciato l’obiettivo di sollevare davanti alle Corti europee e internazionali la condizione di illegalità dello Stato italiano, a partire dall’autentica bancarotta della Giustizia “la più grave questione sociale dell’Italia di oggi”, con i suoi oltre 11 milioni di processi pendenti fra civili e penali e la sua vergognosa appendice di carceri, dove ormai sistematicamente si pratica la tortura, in violazione di ogni legge nazionale e internazionale.
“Il carcere italiano è un’istituzione oscura, quasi impenetrabile” ha dichiarato nel suo intervento Rita Bernardini. “Per dirvi in sintesi qual è la situazione italiana, noi abbiamo 68 mila detenuti che stanno in 44mila posti. Ci sono alcune situazioni in cui in dieci si sta in pochi metri quadrati. Ma la cosa più grave è che queste persone sono condannate all’inattività per 24 ore su 24. Non è consentito loro di muoversi, perché le celle sono piccole, i passeggi sono delle gabbie di cemento vomitevoli, e non c’è lavoro".
[6]Vittime di quelle che la Bernardini ha chiamato “torture” e “deportazioni” sono soprattutto stranieri, i più poveri, quelli che non hanno nessuna possibilità di difesa. “Ecco perché - spiega la deputata Radicale - guardiamo con attenzione a quello che sta avvenendo in questo Consiglio: ovvero la possibilità di arrivare alle giurisdizioni europee e transnazionali”. Ma ha avvisato: “C’è un problema: la Corte dei diritti dell’uomo è letteralmente sommersa. Noi dobbiamo essere attivatori di queste cause che giungano alla Corte europea ma dobbiamo fare in modo che queste siano strutture funzionanti: che abbiano gli strumenti e i mezzi, il personale per funzionare, altrimenti questa storia diventa una storia tutta italiana di inefficienza e incapacità delle istituzioni di rispettare le proprie stesse regole”.
Mario Staderini, alla denuncia della situazione della giustizia, ha aggiunto quella dell'accesso all'informazione che non consente alle minoranze politiche alternative al contesto di potere di partecipare al gioco democratico. “Se, con l'aiuto dei nostri compagni in giro per il mondo, riuscissimo a portare questo tipo di battaglie al livello di giurisdizione internazionale, daremo più forza e ragioni al prossimo congresso del Partito Radicale Non Violento”.