Appofondisci con le risorse del primo piano preparatoio alla Marcia [2]
Si è da poco conclusa a Piazza San Silvestro a Roma la seconda Marcia per l'Amnistia, la giustizia e la libertà, promossa dal Partito Radicale e dall'Associazione il Detenuto ignoto. Partita alle 10.30 dal carcere di Regina Coeli la marcia ha riscosso l’adesione e la partecipazione di centinaia di Associazioni, personalità ed esponenti di quasi tutti i gruppi politici. In prima fila, con l'intera delegazione radicale in parlamento e la dirigenza del movimento Radicali italiani, il leader radicale Marco Pannella, che ha dichiarato: «Le carceri oggi in Italia sono luoghi di inciviltà senza pari. L'amnistia è uno strumento obbligato. Oggi chiediamo giustizia e libertà nel ricordo dell'antifascismo - dice Pannella - chiediamo che venga interrotta questa flagranza criminale». Presenti tra gli altri Ilaria Cucchi, sorella di Stefano Cucchi, Adriano Sofri, l'ex ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma, il deputato del Pd Sandro Gozi, Flavia Perina e il deputato del Pdl Alfonso Papa.
L'album di foto su Facebook » [3]
L'Italia è «un Paese che ha nove milioni di processi pendenti e in cui l'istituto della prescrizione fa saltare 200 mila processi l'anno. Tutto questo è insostenibile in un Paese democratico» ha detto Emma Bonino nel corso della marcia. Questa situazione «genera un'amnistia di classe, con i più ricchi che si avvantaggiano delle prescrizioni e le carceri che diventano una discarica sociale. Chiediamo l'amnistia come riforma strutturale» ha spiegato la vice presidente del Senato.
Quella della giustizia italiana infatti, ormai da decenni, è una delle più grandi questioni sociali d'Italia, fonte continua, sin dal 1980, di ripetute condanne per violazione dei diritti umani fondamentali da parte delle Corti di Giustizia europea e internazionali. «Le condizioni delle carceri italiane sono disumane e degradanti. L'amnistia non è un atto di clemenza, ma il primo passo verso una riforma della giustizia», ha osservato il segretario dei Radicali italiani, Mario Staderini.
Mentre i manifestanti hanno sfilato esponendo striscioni con scritto «Amnistia, unica via» e «Crimine di Stato», in moltissime carceri italiane si è voluto aderire alla marcia con un simbolico sciopero della fame. Hanno partecipato alla marcia anche i sindaci di Latronico e di Tito, due paesini in provincia di Potenza. All'unisono i primi cittadini hanno affermato «Siamo scesi in piazza perchè questa è una battaglia di civiltà assolutamente trasversale».
Tra gli interventi dal palco allestito in Piazza San Silvestro gli interventi dei politici, dei rappresentanti delle associazioni, ma anche tante testimonianze di familiari delle vittime della malagiustizia. Ilaria Cucchi ha affermato: «Siamo qui per chiedere una giustizia certa e uguale per tutti. Vicino a me ci sono anche Lucia Uva e Domenica Ferrulli» altre testimoni dell'atrocità e dell'ingiustizia che si perpetra nel degrado dell'odierno sistema carcerario italiano. Tanti gli interventi dal palco: anche quello del direttore del carcere di Trieste, Enrico Sbriglia: «Come direttore penitenziario, vorrei dire a Ilaria Cucchi e a tutte le donne che la hanno preceduta, di perdonarci, perchè forse non sapevamo quello che stavamo facendo». Poi, sceso dal palco ha spiegato: «Spero che queste donne abbiano giustizia e che lo Stato agevoli ogni percorso di verità. Per legge, l'obbligo del custode è restituire l'oggetto come lo ha ricevuto. Figuriamoci per le persone»
Tra gli obiettivi della Marcia vi è la richiesta al Parlamento di un impegno concreto e solerte, adeguato ad affrontare le drammatiche condizioni in cui versano la giustizia e le carceri, perchè intervenire sulle carceri significhi operare a favore di una riforma organica della giustizia a tutti i livelli. L'amnistia è l'unico modo per cercare di salvare un sistema, quello della giustizia, già collassato.
Gli interventi in piazza San Silvestro (Video integrale, da Radio Radicale) » [4]
Video - Servizi televisivi (TG)