Martedì 19 aprile alla Camera dei deputati, nella Sala delle Colonne, si è tenuto il convegno "La politica della trazparenza e dei dati aperti", promosso da Radicali Italiani e realizzato grazie alla collaborazione di Agorà digitale, Linked Open Data italia e Radio Radicale.
Un tavolo internazionale con ospiti di rango, con l'obiettivo di presentare e discutere le iniziative in corso sulla trasparenza: dall'Anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati, alla necessità della pubblicazione dei bilanci degli enti pubblici, fino ai progetti in atto per il riutilizzo dei dati provenienti dalla Pubblica Amministrazione.
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Il tema dei dati aperti diventa elemento cruciale nel panorama politico e pubblico, nazionale e internazionale, dove si sta affermando un movimento per l'accesso ai dati pubblici in formato aperto, noto appunto come open data.
Pensate a quale Italia sarebbe quella in cui la politica e la pubblica amministrazione decidessero di essere completamente trasparenti e "liberare" tutte le informazioni in loro possesso, a quanto questo inciderebbe sul comportamento delle istituzioni. Questo è ciò per cui noi radicali ci battiamo da tempo. Trasparenza assoluta significa non avere più bisogno di intercettazioni per sapere chi incontra il premier. Qualunque cittadino, consultando online l'agenda dei politici cui ha dato mandato, potrebbe conoscere le visite che ricevono, la classifica dei visitatori più assidui, le date e gli orari di entrata, per ricostruire motivi ed esiti di quelle visite. La rivoluzione dei dati aperti è anche questo: la possibilità di interagire facilmente con le informazioni, per meglio comprenderle.
Gli open data hanno ottenuto negli ultimi anni molte vittorie, la più rilevante in seguito all'elezione di Barak Obama alla presidenza degli Stati Uniti. Uno dei primi provvedimenti del neo presidente è stata infatti la Open government directive, che ha ingiunto la pubblicazione su internet di tutti i dati delle amministrazioni governative. Seguendo il modello statunitense vari paesi hanno avviato procedure simili: Inghilterra, Australia, Canada.
In Italia gli open data sono frutto dell'iniziativa politica Radicale. Due sono gli esempi più lampanti: la campagna per l'Anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati e la realizzazione del progetto "Parlamento wikileaks" [3]. La prima è una mobilitazione di opinione pubblica volta a conquistare una riforma istituzionale: rendere tutti gli eletti conoscibili e valutabili, attraverso la messa online dei dati sul comportamento istituzionale degli eletti durante il loro mandato, ma anche dei loro dati patrimoniali, assicurando trasparenza e possibilità di partecipazione.
"Parlamento Wikileaks" è un'operazione resa possibile dall'iniziativa dei parlamentari radicali, con l'operazione che abbiamo chiamato [3] abbiamo liberato tutte le informazioni e i dati dei contratti e delle collaborazioni della Camera e del Senato. L'Associazione Linked Open Data li ha rielaborati e resi disponibili alla navigazione di tutti, indagando i settori in cui vengono impiegati (male?) più soldi, le aziende ricevono più appalti, consentendo ad ogni cittadino di essere un piccolo investigatore. Così sono venuti a galla scandalosi sprechi come quello legato a Milano 90 [4] o per gli uffici del Senato "Fantasma" [5].
Noi Radicali siamo convinti che oggi grazie alla rivoluzione digitale e a Internet sia tecnicamente possibile recuperare il rapporto diretto tra elettori ed eletti, a tutti i livelli istituzionali, che i mezzi di comunicazione di massa hanno in parte pregiudicato, a vantaggio spesso di una politica opaca o di facciata.