NAPOLI — Otto anni per la bonifica delle aree Kuwait Petroleum a San Giovanni in vendita ai privati, otto anni dalla data di inizio delle operazioni di bonifica vera e propria da pianificare ed appaltare. Intanto due società pachistane stanno provvedendo allo smontaggio di parte del petrochimico, depositi e attrezzature su 38 ettari: resteranno gli oleodotti e le cisterne ai margini dell’area Kuwait confinanti col previsto (è in fase di pre-appalto) inceneritore delle polemiche, quello di Napoli Est.
E la Kuwait offre ai futuri acquirenti un progetto di riqualificazione su un’area di 95 ettari firmato da Carlo Gasparrini, che guarda all’Expo di Lisbona ed è stato esposto
(unico italiano) all’Expo di Shanghai nel padiglione World Trade Center Association: aree a verde, sportive, residenze, negozi. La Kuwait spera che l’inceneritore a venire sia un «valore aggiunto» di ultimissima tecnologia.
Certo lo skyline verso il Vesuvio in un futuro non immediato sarebbe il seguente: cisterne degli olii combustibili, la ciminiera dell’inceneritore ( su un’area di 12 ettari e non 8, si apprende) e subito dopo il vulcano. Mentre sull’altro fianco dell’area immediatamente ad Est, insiste il sito di trasferenza Asìa con montagne di rifiuti abitate da stormi di gabbiani. Ma pure questa non è area di competenza della Kuwait Petroleum, che ieri ha presentano piani e progetti per l’immediato futuro con l’ingegnere Roberto Zaccaro, nuovo presidente della Kuwait Raffinazione e Chimica Spa, la società del gruppo che gestisce lo smantellamento, la vendita e la valorizzazione immobiliare della ex-raffineria.
La riqualificazione di 38 ettari (18 dei 22 dell’area chimica) se parte dagli smontaggi che termineranno a giugno 2011, dipende comunque dal piano urbanistico attuativo e dalla bonifica a carico della Q8, oltre che dalla vendita. «A conclusione di un lungo iter autorizzativo iniziato nel 2000 — spiega Zaccaro — il ministero dell’Ambiente ci ha ora autorizzati ad avviare le attività preliminari di bonifica, quindi la realizzazione di barriere e testaggi che avvieremo già nei prossimi giorni. I successivi passaggi prevedono un’ulteriore autorizzazione del ministero per la bonifica su larga scala dell’area dismessa con punti di particolare criticità, al deposito carburanti e deposito Benit. Il programma complessivo prevede una durata di circa 8 anni ed un costo totale di circa 69 milioni». «Confermiamo l’intenzione di vendere i suoli alle condizioni prefissate— dice ancora Zaccaro— anche se ciò dovesse determinare l’attesa di un momento di mercato più favorevole. «Nel frattempo la maggior parte dei terreni dell’ex raffineria verrà liberata da impianti e strutture dismesse». La riqualificazione non contempla il trasferimento dei depositi petroliferi ma «resta nella facoltà della Regione l’individuare un’altra area dove delocalizzarli».
Condividi [3]Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=2679 [4]