Lo stato di incertezza [3] che attraversa il governo Berlusconi ha riportato all'ordine del giorno la possibilità di scioglimento anticipato delle Camere e il conseguente ritorno alle urne. Tra le varie ipotesi [4] circolate in questi giorni c'è anche quella di sciogliere solo la Camera dei Deputati [5], dove il governo non ha più una una maggioranza, senza toccare il Senato [6] che sembra ancora saldamente in mano alla coalizione PdL-Lega. La lettera della Costituzione [7] consente questa possibilità, rimettendola alla discrezionalità del Presidente della Repubblica: il Presidente della Repubblica può [...] sciogliere le Camere o anche una sola di esse (art. 88.1 Cost. [8]).
La prassi istituzionale va però in direzione opposta a quella voluta da Berlusconi. La Costituzione [7] del 1948 prevedeva infatti una durata in carica di cinque anni per i deputati e di sei per i senatori, cosa che avrebbe portato a elezioni in anni diversi. Fino alla modifica costituzionale [9] del 1963 che pareggiò la durata in carica dei sue rami del Parlamento [10], il Senato [6] fu sempre sciolto con un anno di anticipo (1953, 1958) per consentire il voto simultaneo e impedire che si formassero maggioranze diverse nelle due Camere [10]. Uno scioglimento anticipato oggi porterebbe a un esito opposto, elezioni separate, e al rischio di maggioranze diverse, se non contrapposte.
La Costituzione [7] non lo vieta, ma Napolitano farebbe bene a valutare con attenzione l'opportunità di questa decisione e le sue possibili conseguenze.
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Fonte: http://www.radicalisenzafissadimora.org/2010/11/ma-si-puo-sciogliere-una-sola-camera.html [11]