Al Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria S. Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona
Dott. Attilio Bianchi
Salerno, 27/11/2010
OGGETTO: INTRODUZIONE DELLA “RU486” AGLI OO. RR. SAN GIOVANNI DI DIO E RUGGI D’ARAGONA
Gentile dott. Bianchi,
come Radicali Salernitani, riuniti attorno all’ Associazione Radicale “Maurizio Provenza”, torniamo a rivolgerci a Lei dopo la positiva esperienza della primavera passata. Le segnalammo – nell’ occasione – la questione dell’ apertura, all’ interno dell’ Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi D’ Aragona, di un reparto riservato ai detenuti (innanzitutto, naturalmente, i detenuti presso la casa circondariale di Fuorni). Avemmo modo di constatare la sua attenzione nei confronti della nostra sollecitazione, avemmo modo di registrare i suoi tempestivi impegni per la risoluzione del problema, avemmo modo di prendere atto della sua capacità di onorare le promesse fatte, la parola data. Di questi tempi, non è affatto poco.
Oggi intendiamo sottoporle il tema dell’ introduzione presso l’ Azienda da lei diretta della cosiddetta “pillola RU486”, usata da anni in tantissimi stati dell’Europa e dell’America Settentrionale. Tale pillola, come le sarà noto, consente di effettuare l’aborto farmacologico, ovvero l’aborto effettuato con la somministrazione di due medicinali diversi, senza il ricorso all’anestesia ed all’operazione.
A seguito di una lunga battaglia civile, e di una difficile ed osteggiatissima sperimentazione, il ginecologo Silvio Viale, in servizio presso l’ Ospedale Sant’ Anna di Torino, è riuscito nell’ intento di introdurre anche in Italia quest’ opportunità supplementare per le donne che scelgono di affrontare l’ interruzione volontaria di gravidanza.
La legge 194 del 1978, del resto, conteneva una chiara indicazione di percorso, chiarendo all’ articolo quindici che “ Le regioni, d’intesa con le università e con gli enti ospedalieri, promuovono l’aggiornamento del personale sanitario ed esercente le arti ausiliarie sui problemi della procreazione cosciente e responsabile, sui metodi anticoncezionali, sul decorso della gravidanza, sul parto e sull’uso delle tecniche più moderne, più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l’interruzione della gravidanza”. Si è trattato, dunque, di un doverosa applicazione della legge.
In Italia la diffusione della pratica farmacologica sta aumentando a macchia di leopardo. Per ora in Campania la somministrazione avviene al Secondo Policlinico a Napoli ed al Moscati ad Avellino.
Abbiamo potuto verificare, presso il reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell’ Azienda da Lei diretta, la piena disponibilità dei sanitari all’ implementazione della pratica. Di più: è già stato compiuto dal dott. Naddeo, un primo passaggio formale, teso ad “istruire” la questione a beneficio della Direzione Generale della Direzione Sanitaria, alle quali ultime compete oggi la responsabilità di compiere i passi necessari a fornire anche alle donne salernitane un presidio farmacologico a disposizione di tante altre donne in Campania ed in Italia.
Non è più il tempo e non è qui il luogo, Direttore Bianchi, né di un dibattito tra i favorevoli ed i contrari all’ interruzione volontaria di gravidanza (saremmo in ritardo di trentacinque anni), né di un dibattito tra i favorevoli ed i contrari alla “RU486” (farmaco che ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie per l’ uso in Italia, e che è già usato in Italia).
E’ il tempo e il luogo, invece, della buona volontà, del buon senso, e dell’ applicazione della legge, della legge 194 del 1978 anzitutto.
Siamo fiduciosi che su questo terreno di legalità e responsabilità la troveremo alleato, ancora una volta.
Manuela Zambrano, Comitato Nazionale Radicali Italiani
Michele Capano, Segretario Associazione Radicale “Maurizio Provenza”
Fonte: http://www.radicalisalerno.it/?p=92 [3]