IL RICORDO PERSONALE DI SERGIO RAVELLI
(La Cronaca del 28.8.2010)
Allinizio degli anni novanta, dopo una lunga attesa, entr in funzione il nuovo carcere di Cremona. Per gestire la fase iniziale, la pi difficile, poich si trattava di governare la transizione da un piccolo ad un grande carcere, fu chiamata una direttrice di solida preparazione, laureata in criminologia, Armida Miserere. In una delle prime visite al nuovo carcere ebbi modo di conoscerla. Piccola ma energica, decisa, a volte spigolosa, gran fumatrice, in costante agitazione, totalmente presa dal proprio lavoro. Con lei il dialogo era complicato, a volte conflittuale nellaffrontare le problematiche carcerarie. La direttrice Miserere non aveva dubbi di sorta sulla sua mission; per lei il carcere era e doveva restare un luogo di detenzione e di espiazione. Senza falsi pietismi e inutili concessioni. Ma con regole severe e da rispettare. Venni presto a sapere che la direttrice Miserere era stata trasferita a Cremona dopo luccisione del compagno un educatore conosciuto presso il carcere di Parma ad opera della Camorra. Un nuovo contesto ambientale e di lavoro avrebbe potuto favorire il superamento del trauma prodotto da quel tragico evento. La fama di direttrice dal pugno di ferro la port, dopo qualche anno, a dirigere alcune fra le carceri pi difficili del paese (Voghera, Pianosa, lUcciardone, Spoleto), fino ad approdare al penitenziario di Sulmona. Qui, la sera del 19 aprile 2003, pose drammaticamente fine alla sua vita con un colpo di postola, la calibro 9 che sempre portava con s.
Lappello odierno al Governo e ai colleghi parlamentari di Rita Bernardini non pu essere lasciato cadere: occorre fare in fretta per spegnere linferno di disperazione e di morte, e varare, intanto, misure adeguate a decongestionare la sovrappopolazione carceraria. Ridimensionata almeno un po la popolazione detenuta, occorre immediatamente riformare il sistema come previsto dalle mozioni approvate in gennaio dalle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama a partire dallo stop alluso indiscriminato della carcerazione preventiva e alla depenalizzazione dei reati minori, per arrivare alle misure e pene alternative che si rivelano molto pi efficaci del carcere ai fini della rieducazione e del reinserimento sociale, alladeguamento degli organici penitenziari (agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali), alle possibilit di lavoro per i detenuti, agli istituti di custodia attenuata dove i tossicodipendenti possano curarsi.
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29 Agosto, 2010 - 16:30
Fonte: http://www.radicalicremona.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1656 [3]