Almeno 50 mila persone hanno partecipato a Diyarbakır, in Turchia, ai funerali del presidente dell’Ordine degli avvocati di Diyarbakır, Tahir Elçi. Lo hanno assassinato sparandogli alla nuca sabato mattina. «Un ramoscello d’ulivo è caduto dalla sua bocca», ha detto sua moglie nel corso della cerimonia funebre.
Elçi ha esercitato la sua professione con passione profonda e da fervente militante per i diritti umani. È stato colpito a morte nel quartiere antico di Sur, martoriato da continui bombardamenti e coprifuoco che hanno reso insopportabile la vita per i suoi abitanti, al termine di una conferenza stampa che aveva voluto tenere sul marciapiede, tra la sua gente, esclamando:«Non vogliamo armi, scontri, operazioni in quest’area, che ha ospitato così tante civiltà». L'avvocato Elçi è caduto accanto al Minareto dai quattro piedi, gioiello della «capitale curda», Diyarbakır, che è stato crivellato di pallottole dalle forze speciali di sicurezza nei recenti scontri tra esercito turco e PKK.
Un attentato, questo, da iscrivere nella strategia del terrore che tende a criminalizzare tutti i curdi che lottano per il dialogo e per dare uno sbocco politico al conflitto tra Ankara e i curdi del sudest anatolico, riesploso dopo la fine della tregua il 24 luglio scorso.
Lo avevo intervistato nel suo ufficio, la notte del 20 ottobre scorso, pochi minuti prima del suo arresto. Era stato incriminato per aver dichiarato che era improprio parlare del PKK come di un'organizzazione terroristica, visto il suo seguito sociale che non fa riferimento alla lotta armata. E sostenendo questo, in Turchia, si rischia fino a 8 anni di carcere. Aveva dichiarato: «Sono qui in attesa del mio arresto. Ho chiamato il Procuratore della Repubblica e gli ho detto che avrei atteso le forze dell’ordine nel mio studio, con i miei colleghi, con serenità, perché è così che intendo difendere col mio processo le ragioni della libertà di espressione e del diritto».
Questa l’intervista realizzata per Radio Radicale [1] al presidente del BARO di Diyarbakır, Tahir Elçi.
Fonte: http://www.radicalparty.org/it/content/tahir-el-i-cronaca-di-una-morte-annunciata [2]