Fassina e “l’utero in affitto”
“Maternità surrogata, perché dico no a una scelta che non pone limiti all'individuo e aderisce alla logica del mercato - Perché dico no all'autodeterminazione senza limiti”.
Con questo titolo – che potrebbe essere quello di un articolo della Lorenzin o di un Cardinale – Piero Fassina, sul “Manifesto”, prende posizione contro la maternità surrogata: posizione ovviamente legittima, vista la delicatezza del tema e i diversi pareri che circolano anche nel mondo riformista e nel movimento femminista.
Ci sono però tre punti su cui mi permetto di esprimere il mio dissenso e la mia critica.
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Fassina, annegando questo tema specifico in quello sterminato del “mercato del lavoro”, fa una concessione: “Certo, vi può essere chi lavora nella logica del dono. Ma allora siamo fuori della realtà del mercato”. Ma poi non ci spiega se almeno in questi casi la pratica sarebbe ammissibile.
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Fassina ricorda che alcuni parlano di “gestazione per altri”, altri di “maternità surrogata”, altri ancora di “utero in affitto”, e aggiunge: “nel variegato lessico partigiano di ciascuno e di ciascuna”. Il fatto è che fra le tre solo la formula “utero in affitto” è “partigiana”, perché chiaramente inventata per demonizzare la pratica, cercando di far cadere un dibattito che potrebbe essere civile ad un livello di postribolo. Del resto, con la sua esperienza internazionale, dovrebbe essere facile per Fassina verificare se in altri paesi civili dell’Occidente qualcuno usa questa disgustosa espressione. .
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Fassina dice, con la modestia che lo contraddistingue, “noi, la sinistra”. Ricordo che qualche anno or sono, quando egli era responsabile economico del PD, lo provocai ripetutamente su “l’Unità” a proposito della evasione fiscale. E Fassina, incautamente, mi rispose, in privato: Caro Troilo, andiamoci piano con la galera per gli evasori, perché anche nel PD si sono tante partite IVA. Se questa è la sinistra……….
Fonte: http://www.associazionelucacoscioni.it/comunicato/fassina-e-l-utero-affitto [2]