Embrioni alla ricerca, oggi la decisione della Consulta. La Corte non ascolta gli esperti
ROMA - La Corte Costituzionale ha respinto l'istanza per un'istruttoria con l'audizione di esperti sul tema della donazione degli embrioni, [3] avanzata dai legali di una coppia. La questione sollevata di fronte alla Corte dal tribunale di Firenze, riguarda il divieto di donare gli embrioni alla ricerca previsto dalla legge 40 [4] sulla fecondazione assistita. La coppia chiede che il divieto cada se gli embrioni sono inutilizzabili perché malati e se c'è il suo consenso a destinarli alla ricerca. La Corte dovrebbe pronunciarsi oggi, nel pomeriggio.
SCHEDA. QUEL CHE RESTA DELLA LEGGE 40 [5]
Tra gli esperti anche Elena Cattaneo, docente dell'universita di Milano e senatrice a vita. "Esprimo rammarico per non aver avuto l'occasione di spiegare alcuni fatti della scienza relativi alle cellule embrionali, che proprio in questo momento in diverse parti del mondo sono utilizzate in strategie sperimentali, con successo, su modelli animali contro diverse malattie come Parkinson, diabete, degenerazione retinica" ha detto la senatrice a margine dell'udienza. "E per il Parkinson c'è la prospettiva di test sull'uomo nel 2018. Stiamo parlando di prospettive mediche che non vanno ignorate, sono dati consolidati. Attendiamo la decisione della Consulta".
"Di fatto i giudici, di loro iniziativa, possono decidere autonomamente di audire degli esperti - ricorda Cattaneo - e auspico che avvenga. La legge attualmente ci mette in una condizione di ipocrisia obbligata, potendo importare cellule dall'estero".
"Difendo la libertà di ricerca scientifica - aggiunge un altro celebre ricercatore specializzato in cellule staminali, Michele De Luca, direttore del centro di Medicina rigenerativa dell'università di Modena e Reggio Emilia - basata sul fatto che c'è un'evoluzione spettacolare e le staminali embrionali si stanno dimostrando importantissime. Nei Paesi dove è consentita la ricerca le cellule sono già in uso clinico, anche se iniziale, per patologie gravissime anche rare e senza terapie. Nel momento in cui tarpiamo questa parte di ricerca ci troveremo svantaggiati e i pazienti dovranno andare all'estero per curarsi quando le terapie saranno approvate. Storicamente l'Italia è forte a livello internazionale e proprio noi abbiamo questi limiti".
La Corte, poco dopo l'avvio dell'udienza, si è ritirata in camera di consiglio per decidere sulla costituzione degli avvocati della coppia al centro del caso rinviato alla Consulta dal tribunale di Firenze, Gianni Baldini e Filomena Gallo, e dell'avvocato dell'associazione Osservatorio Vox, Massimo Clara. Entrambe, come ha spiegato al termine della camera di consiglio il presidente della Corte, Paolo Grossi, non sono state ammesse: la prima perché "l'atto di costituzione è palesemente tardivo", ha riferito Grossi, la seconda perché l'associazione non è stata riconosciuta come "titolare di uno specifico interesse" rispetto al caso in questione, ma di interessi generali connessi al proprio statuto.
Come conseguenza di tale decisione, anche la richiesta di istruttoria avanzata dai legali è stata dichiarata inammissibile. Gli avvocati della coppia e di Vox non hanno potuto parlare in udienza, dove ha preso la parola solo l'avvocato dello Stato, Gabriella Palmieri, per conto della Presidenza del Consiglio, costituitasi a difesa dell'attuale impianto della legge. La Corte ha però acquisito tutti gli atti delle parti, sulla base dei quali deciderà sulla questione di legittimità costituzionale posta.
"Questo divieto influisce sulla salute collettiva, pone dei limiti alla ricerca e va così a incidere sulla tutela della salute di tutti i cittadini" ha detto Filomena Gallo. Un divieto che si estende anche agli embrioni malati, che "mai potrebbero essere impiantati" - sottolinea Gallo, insieme all'altro avvocato, Gianni Baldini - e che non incontra un limite neppure nel consenso della coppia alla donazione per ricerche legate alla patologia da cui gli embrioni sono affetti.
"Questa situazione - sottolinea Baldini - fa sì che per fare ricerca in Italia, si importino dall'estero le staminali embrionali". "Oggi la Corte ha un compito importante, che non va assolutamente in conflitto con i poteri del Parlamento", ha aggiunto Gallo, riferendosi alla posizione dell'avvocatura dello Stato. Nel corso dell'udienza, è stata evocata anche la sentenza della Corte di Strasburgo, Grande Chambre, sul caso di Adelina Parrillo [6], compagna del regista Stefano Rolla morto a Nassiriya, che chiedeva di poter tornare in possesso e destinare alla ricerca gli embrioni crioconservati dopo un ciclo di fecondazione assistita: in quel caso l'Italia non è stata condannata e l'istanza di Parrillo non è stata accolta. "Ma lì - osservano Gallo e Baldini - si discuteva del diritto alla 'proprietà' dell'embrione, che non è stato riconosciuto; mentre oggi, in corte costituzionale, discutiamo della facoltà di donare gli embrioni. Non a caso, anche l'avvocato dello Stato, ha sottolineato che i due casi non sono sovrapponibili".
