"Ho pubblicamente messo a disposizione il mio contatto per aiutare, in generale, le persone che cercano di ottenere il suicidio assistito in Svizzera. Per fornire informazioni e assistenza, di tipo legale ed anche economico," spiega
Marco Cappato , leader radicale, promotore della campagna
Eutanasia Legale e tesoriere dell
'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica.
Cappato rivela di ricevere continuamente decine di richieste di aiuto anche da persone affette da disturbi, sofferenze e patologie di natura psichica. "Potrei quasi dire che siano, non so se la maggioranza, ma sicuramente non una parte minore di coloro che si rivolgono a me," commenta.
Proprio pochi mesi prima, la Corte suprema del paese aveva aperto la strada del suicidio assistito ai malati psichiatrici, con una sentenza che equiparava gravi disturbi mentali a quelli fisici.
Tuttavia, la questione rimane controversa e il rischio di denuncia per istigazione al suicidio alto, come dimostra anche la vicenda della vicentina Oriella Cazzanello, che aveva scelto l'
eutanasia in Svizzera in seguito a grave depressione, nel 2014. Le associazioni che hanno assistito la donna sono state poi denunciate dai familiari.
Esaminare la validità di ogni caso rimane compito esclusivo delle autorità competenti, ma, nella sua esperienza, anche Cappato dice di avere registrato una crescente richiesta da parte di persone affette da disturbi della sfera mentale.
"Ci sono due ragioni di fondo," spiega l'esponente dei Radicali a VICE News. "L'innalzamento della vita media delle persone sta, in generale, facendo divenire un fenomeno sempre più diffuso quello dell'esigenza di decidere in merito alla fine della vita."
In passato, un'aspettativa di vita media più breve, infatti, avrebbe portato alla percezione della morte come un fatto improvviso: "Si moriva per cause immediate. Un incidente, per esempio, o per sofferenze che si prolungavano per pochi giorni o poche settimane." Oggi, i progressi della medicina permettono di intervenire su casi che, soltanto alcuni anni fa, si sarebbero rivelati fatali.
"In più, è aumentata la conoscenza e la consapevolezza. Soprattutto nei paesi dove questa possibilita è legale. Quindi, è un tipo di richiesta che non è certo in diminuzione," aggiunge Cappato.
Nel nostro paese, comunque, la proposta di legge di iniziativa popolare relativa alla legalizzazione dell'eutanasia depositata alla Camera nel 2013 con oltre 67.000 firme – e per la quale la discussione parlamentare è stata avviata soltanto lo scorso marzo – se approvata, limiterebbe la richiesta a malati terminali affetti da patologie di natura fisica.
Questo non perché si sia stabilita una posizione contraria a valutare i disturbi di tipo psichico, fa notare Cappato, ma perché la valutazione dei casi psichiatrici rappresenta una questione più delicata.
"La sofferenza psichica può essere tale da rendere poco lucida la persona che affronta una scelta, e quindi è più difficile accertare come questa sia in grado di intendere e di volere. Inoltre, esistono molte forme diverse di sofferenza psichica, alcune sono trattabili e curabili."
Nella sua stesura attuale, la proposta di legge va intesa come un testo di partenza, spiega. "È molto semplice e molto breve. Abbiamo pensato di fissare il principio e affidare [il tema della sofferenza psichica] e altri temi – come obiezione di coscienza o possibilità di scelta per i minori – al dibattito parlamentare, perché richiedono una discussione supplementare". Non esclude tuttavia che possano esistere casi gravi di sofferenza psichica incurabile per i quali potrebbe essere riconosciuto – a persone che si dimostrino in grado di intendere e di volere – di scegliere di terminare la propria vita.
Cappato, comunque, ribadisce: "Una scelta del genere può essere fatta da paesi e sistemi sanitari che abbiano innanzitutto accumulato un'esperienza sull'eutanasia per malati terminali, quindi di natura fisica. Sulla base di quell'esperienza, si può aprire questa possibilità gradualmente e controllando in modo molto rigoroso il rischio di non prestare fianco ad abusi o leggerezze."