Colpi vaganti e un caso mai chiuso quello della morte di Giorgiana Masi avvenuta il 12 maggio 1977 a Roma durante una manifestazione di raccolta firme a Piazza Navona organizzata dal Partito Radicale per i referendum per l'abrogazione dell'ordine pubblico [1]. Una giornata di lotta nonviolenta stravolta da un assetto di guerra e piazze blindate. Poche ore dopo, sull’asfalto di ponte Garibaldi giaceva il corpo della giovane diciannovenne uccisa da un colpo di pistola.
C'erano, com'è noto, e vennero fotografati, numerosi poliziotti travestiti da autonomi con la pistola in mano, che dovevano passare come prova di un momento di violenza contro lo Stato ricorderà Marco Pannella alla manifestazione 1977-2009 Verità per Giorgiana Masi. [2] L’inchiesta venne chiusa nel 1981 dal giudice Claudio D’Angelo con la dichiarazione di non luogo a procedere. Ad oggi i responsabili sono ancora ignoti, malgrado la riapertura del caso sia stata più volte sollecitata: nel 1998 dal pubblico ministero Giovanni Salvi, nel 2008 dall'esponente di Rifondazione Comunista Alfio Nicotra.
12 maggio 2016, dirigenti e militanti radicali, siamo ancora qui sul Ponte Garibaldi a lottare per la vita del diritto e il diritto alla verità per Giorgiana Masi. Siamo hic et nunc per la giustizia e il diritto alla conoscenza, adesso che in Europa sempre più si adottano leggi emergenziali con un visibile affievolirsi dello stato di diritto e della legalità e con il perenne rischio che la "ragion di stato" si trasformi in lapide.