Articolo pubblicato il 14/10/2010 nella sezione Associazioni
Comunicato da Gian Piero Buscaglia, membro Comitato nazionale Radicali italiani
Fioccano i dibattiti sulla mafia. Ma chi ne è stato davvero vittima... è trattato da intruso e infine fisicamente estromesso.
Alessandria, 11.X.10: conferenza* Acsal-Libera con Anna Canepa, magistrato antimafia.
G.P.
Buscaglia, che ha lavorato 22 anni in polizia. (v.link:
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=16&id=313256 *), riceve l'invito e
decide di partecipare*. Il padre della Canepa fu suo legale contro lo Iacp-Imperia: alloggi a riscatto edificati da impresario mafioso cui la polizia dava licenza d'acquisto esplosivo (!); ingenuamente, B. segnalò ai superiori il curioso abbuono della tassa
cc.gg . sui rinnovi, così che il titolare aveva sempre kg.100 di tritolo e mai i 150-200 successivi; seguirono: fuga da Imperia, mobbing, screditamento, odissea giudiziaria, licenziamento, altre pesanti conseguenze. Nella sua vicenda esistenziale, egli trovò la mafia DENTRO lo Stato, sotto il naso di Sindacati stranamente silenti.
Se il fine dei dibattiti antimafia è sensibilizzare cittadini e giovani, non si capisce perché un'esperienza diretta non possa rientrare in tale opera di consapevolezza, oggettiva e non manichea (ai convegni di Libera, spesso si semplifica: Destra malvagia e mafiosa; Sinistra buona, impegnata nella lotta).
La Canepa aveva avuto analogo incontro a Ventimiglia (v. notizie su richiesto scioglimento dei Consigli comunali di Bordighera e Ventimiglia per infiltrazioni mafiose). Alla fine del convegno alessandrino (B. è intervenuto fra una decina d'altre persone), quando già ella si dirigeva in sala rinfresco, il poliziotto addetto alla scorta ha ruvidamente invitato B. a uscire, chiedendogli i documenti e, infine, strattonandolo e estromettendolo fisicamente. Ovviamente, egli ha subito fornito i suoi dati e la patente, rifiutandosi però di:
a) esser considerato un INTRUSO in tale sede, proprio lui che ha vissuto sulla propria pelle una simile vicenda!
b) esser cacciato da un luogo pubblico, mentre gli altri si trattenevano in commenti e degustazione di prodotti antimafia.
Particolarmente grave il comportamento dell'esponente di Libera, avv. Paola Sultana, che, benché B. fosse stato trascinato fuori (soltanto dopo s'è accorto d'aver la canottiera strappata; la camicia ha resistito grazie ai bottoni a scatto) e sebbene fosse circondato da altri 4 agenti Digos (prontamente quanto inopportunamente chiamati dal poliziotto di scorta al giudice antimafia), così infieriva: "Non era un convegno pubblico! E la sua è una storia personale".
Peccato che la conferenza fosse invece annunciata sui giornali, che parlavano chiaramente di partecipazione libera. Inoltre, B. aveva ricevuto l'invito da Marco Madonia, referente Acsal. Quanto al fatto che il suo caso sia personale... beh, per smentire ciò basta guardar agli "ingredienti": 22 anni dentro lo Stato, Antistato, Sindacato.
Gian Piero Buscaglia 3297216116 postagraf@gmail.com Gruppo Radicale Adele Faccio
Membro del Comitato Nazionale Radicali Italiani e dell'Ass. radicale Aglietta di Torino
(*) Estratto dall'interrogazione parlamentare radicale del 15.X.08 (genesi della vicenda): "B. denunciò a numerosi alti funzionari di polizia il verificarsi d'irregolarità gravi, relative ad es. al trasporto d'armi e esplosivi: secondo quanto verificato, un imprenditore, cui la procura di Savona avrebbe poi proposto il soggiorno obbligato per mafia, pagava le tasse governative per rilascio esplosivo e non i rinnovi; oltre al curioso favore economico, costui risultava così sempre intestatario dell'iniziale quantità di tritolo per sparo mine e non dei quantitativi acquisiti successivamente. Inoltre, B. individuò alcune evidenti anomalie nella tenuta d'appalti dell'Istituto autonomo case popolari". "In seguito, subì gravi minacce". (...) "La vicenda, qui riassunta nei suoi passi salienti, vede indubbiamente il suo inizio negli anni '80, quando B., da poco assunto alla questura d'Imperia, da zelante neofita finì, svolgendo le proprie funzioni, col venir a conoscenza di episodi poco chiari e irregolarità. Invece di far finta di nulla, tentò di porre all'attenzione dei suoi superiori tali fatti, ricevendo il consiglio di starne alla larga: la Liguria viveva in quegli anni le vicende dell'infiltrazione mafiosa negli appalti e nella politica; negli anni '90, scoppiò il caso dei funzionari di polizia collusi con massoneria e nuova P2".
http://radicaliasti.blogspot.com/2010/10/fioccano-i-dibattiti-sulla-mafia-ma-chi.html
Fonte: http://radicaliasti.blogspot.com/2010/10/fioccano-i-dibattiti-sulla-mafia-ma-chi.html