Il Governo italiano appoggi Google nella sua richiesta ai governi occidentali affinchè tutelino la libertà di informazione su Internet, anche come strumento di sviluppo economico.
Da una parte si tratta di un'occasione importante per iniziare a colmare il gap culturale che impedisce alle grandi imprese tecnologiche di fare innovazione nel nostro paese anche attraverso la libera circolazione della conoscenza. Dall'altra il Governo italiano ha la possibilità di fare leva sugli interessi economici per dare forza alla politica estera del nostro paese ultimamente sorda rispetto ai diritti umani.
Nel white paper [3] pubblicato dal motore di ricerca di Mountain View si chiede che "la comunità internazionale prenda un'iniziativa volta ad assicurare la libera circolazione delle informazioni sulla Rete." Si fa riferimento a paesi come Cina, Vietnam, Iran e Turchia che hanno oscurato motori di ricerca, blogger e social network e che impongono restrizioni sempre più rigorose a Internet e al flusso libero di informazione sul web. "In meno di 10 anni più di 40 governi hanno introdotto restrizioni su larga scala alla libera circolazione delle informazioni su Internet" sostiene Google. Per un cambio di rotta, conclude il documento, sarebbe sufficiente chiedere il "rispetto degli obblighi internazionali previsti dal trattato istitutivo dell' Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), prevenendo la creazione di barriere commerciali create dalla regolamentazione in materia di informazione, e sviluppando nuove regole internazionali che forniscano una protezione rafforzata contro le barriere commerciali del ventunesimo secolo".