
Quello che segue è il testo di una lettera che Marco Pannella, presidente del senato del Partito Radicale Nonviolento, e il senatore Marco Perduca hanno scritto all’ambasciatore della Tailandia a Roma per esprimere la loro seria preoccupazione per la decisione tailandese di cancellare una conferenza-stampa che si sarebbe dovuta tenere a Bangkok il 12/09/2010, alla quale sarebbero dovuti intervenire il signor Vo Van Ai e la signora Penelope Faulkner, rispettivamente presidente e
vice-presidente del Comitato Vietnamita per i Diritti Umani (VCHR). I signori Ai e Faulkner sono anche membri del Consiglio Generale del Partito Radicale Nonviolento. Pannella e Perduca hanno chiesto di incontrare l’ambasciatore per ricevere maggiori informazioni su tale decisione.
Alla cortese attenzione di:
S. E. SOMSAKDI SURIYAWONGSE
Ambasciatore straordinario e plenipotenziario
Ambasciata Reale di Tailandia
Signor Ambasciatore:
ci permettiamo di scriverle per portare alla sua attenzione un caso che crediamo meriti la massima attenzione, poiché potrebbe creare un grave precedente in termini di libertà di parola in Tailandia così come nel resto dell’Asia sud-orientale.
Il 12 settembre abbiamo ricevuto la notizia che la Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH), il Comitato Vietnamita per i Diritti Umani (VCHR) e il Club dei Corrispondenti Esteri della Tailandia (FCCT) avevano annunciato di essere sotto pressione da parte del Ministero tailandese degli Affari Esteri perché cancellassero una conferenza-stampa sui diritti umani in Vietnam, organizzata da FIDH e VCHR.
La conferenza-stampa era intesa a presentare ai media a Bangkok un rapporto intitolato “Da ‘visione’ a fatti: i diritti umani in Vietnam durante la sua presidenza di turno dell’ASEAN”. Il signor Vo Van Ai e la signora Penelope Faulkner, rispettivamente presidente e vice-presidente del VCHR, sarebbero dovuti intervenire all’incontro con la stampa.
Il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito ha avuto l’opportunità di lavorare con il signor Ai e con la signora Faulkner per oltre due decenni; noi crediamo all’obiettività della loro analisi della situazione vietnamita, e consideriamo la loro lotta nonviolenta per la pace, la libertà e la democrazia in tutto il mondo, insieme con la resistenza condotta dai dirigenti della Chiesa Buddista Unificata del Vietnam all’interno del Paese, come uno dei più durevoli esempi di come resistere a un regime che, dopo una guerra feroce, non si è aperto a riforme liberali. Sia il signor Ai che la signora Faulkner sono da molti anni iscritti al nostro partito e dal 2002 fanno parte del suo Consiglio Generale. Anche per questo, oltre che per la gravità di quanto è loro accaduto la scorsa settimana, consideriamo il nostro partito direttamente coinvolto nella questione.
Ricapitoliamo i fatti: alla vigilia della sua partenza dalla Francia per la Tailandia, Vo Van Ai ha ricevuto una telefonata dall’Ambasciata Reale di Tailandia a Parigi e gli è stato detto che, malgrado avesse ottenuto un visto per la Tailandia, non gli sarebbe stato consentito di accedere al territorio tailandese in seguito a una richiesta del governo vietnamita. L’11 settembre, Penelope Faulkner è stata informata dalla compagnia aerea all’aeroporto di Parigi che non sarebbe stata ammessa a bordo poiché non le sarebbe stato consentito l’ingresso nel territorio tailandese una volta giunta a Bangkok.
Il rapporto che Ai e Faulkner intendevano presentare era, è basato sul diritto internazionale dei diritti umani e su statistiche tratte dalla stampa ufficiale vietnamita, e include concrete raccomandazioni alle autorità del Vietnam per migliorare il rispetto dei diritti umani, sia nel Paese che come presidenza di turno dell’ASEAN. Condividiamo pienamente l’opinione del signor Ai che il rapporto “echeggia voci all’interno del Vietnam che chiamano al rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto”, voci della cui esistenza e resistenza siamo certi lei sia consapevole.
Oltre a quanto su evidenziato, nel quadro della citata Dichiarazione le autorità tailandesi dovrebbero aver preso “tutte le misure necessarie” ad assicurare la protezione dei difensori dei diritti umani contro ogni minaccia, ritorsione, pressione o ogni altra azione arbitraria come conseguenza del loro legittimo esercizio di tali diritti.
Per tutte queste ragioni, apprezzeremmo l’opportunità di discutere la questione di persona dato che, a nostro avviso, stabilire questo tipo di precedenti in questo campo può porre seri problemi per coloro che sono impegnati quotidianamente nel promuovere e proteggere i diritti di milioni di persone che non possono vivere in pace, libertà e democrazia.
Cordialmente,
Marco Pannella
Presidente del Senato del PRNTT
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