I veleni industriali e politici della Basilicata: Interrogazioni di Elisabetta Zamparutti ai Ministri della Salute e dell’Ambiente.
Continua la puntuale attività di sindacato ispettivo dedicata alla Basilicata da parte di Elisabetta Zamparutti. In due interrogazioni rivolte ai Ministri dell’Ambiente e della Salute, la deputata radicale si occupa di un’inchiesta del Noe su una discarica di fanghi derivanti da attività petrolifere, ubicata in località Corleto perticara(Pz) e dei dati forniti dall’Adoc sulla rete di depurazione.
Alla luce delle verità che continuano ad emergere in questi mesi, verrebbe da chiedere a coloro che mi hanno definito allarmista, catastrofista e al soldo delle multinazionali dell’acqua minerale, se per caso non abbiano cambiato opinione. Fatto sta che solo pochi giorni fa si è avuta notizia del sequestro effettuato dal NOE in località Corleto Perticara di 8 ettari di terreni coltivati. Gli inquirenti ritengono che sotto i campi ci sia una discarica di fanghi e detriti derivanti dalle perforazioni petrolifere. Come ha puntualmente affermato l’on. Elisabetta Zamparutti, i prodotti coltivati in quelle terre sono di certo finiti sulle tavole di qualche cittadino lucano(si spera pochi). Come se non bastasse, l’Adoc Basilicata ci ricorda la difficile situazione della rete di depurazione lucana, sottolineando che 14 dei 131 comuni della Basilicata sono totalmente sprovvisti di un servizio di depurazione delle acque e 38 sono solo parzialmente serviti. Maliziosamente verrebbe da chiedersi dove finiscano le acque non depurate. Una risposta è contenuta in un’inchiesta curata dal sottoscritto e intitolata “Storia di merda e di depuratori”.
Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
Al Ministro dell’Ambiente
Al Ministro della Salute
Premesso che:
in un servizio del Tgr Basilicata del 18 novembre 2010 emerge il sospetto che i terreni nelle vicinanze del pozzo petrolifero Tempa Rossa 2 nelle campagne di Corleto Perticara, provincia di Potenza, possano ospitare una vera e propria discarica per lo smaltimento di fanghi e detriti derivanti dalle perforazioni petrolifere;
fino allo scorso giugno le campagne dell’area erano coltivate e i prodotti di queste terre finivano sulle nostre tavole. Eppure, c’è il timore che ormai da decenni sotto questi terreni giacciano fanghi derivanti dalle perforazioni;
da quest’estate i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico hanno posto l’area sotto sequestro e il 18 novembre hanno terminato una 3 giorni di campionamenti finalizzati alle analisi;
si tratta dell’agro di Corleto Perticara, 6.000 m2 a valle del pozzo Tempa Rossa 2, in località Tempa Rossa, e due ettari a monte in località Serra d’Eboli: aree agricole affittate negli anni Novanta dalla Total Mineraria Spa, nelle quali c’è il sospetto possano essere stati sversati fanghi e detriti provenienti dalle perforazioni petrolifere;
nel 1992 la giunta regionale allora presieduta da Antonio Boccia autorizzò il progetto presentato dalla multinazionale per la realizzazione di una discarica: due vasche in terra, proprio in quella zona di Corleto, che avrebbero dovuto accogliere 2.000 m3 di rifiuti e che per la legislazione dell’epoca non erano soggette neppure alla procedura di Valutazione di impatto ambientale. Ente deputato al vigilare la Provincia di Potenza;
è stata, pertanto, messa in funzione una discarica utilizzata durante tutti gli anni Novanta. In seguito, i terreni su cui è sorta sono stati restituiti al legittimo proprietario senza preoccuparsi della messa in sicurezza dell’area. Di conseguenza su quei terreni si è ripreso a coltivare almeno fino all’intervento dei Noe. Al momento sono in corso indagini da parte della Procura di Potenza.
Si chiede di sapere:
se i Ministri interrogati siano al corrente dei fatti di cui in premessa;
per quali ragioni gli enti locali preposti non abbiano adottato le misure necessarie per la messa in sicurezza dell’area considerata;
se e quali azioni intendano adottare al fine di tutelare la salute pubblica e l’ambiente.
Elisabetta Zamparutti
Al Ministro dell’Ambiente
Premesso che:
secondo dati aggiornati e forniti dall’Adoc Basilicata, Associazione per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori, in Basilicata 14 Comuni sono privi di un servizio di depurazione e 38 Comuni sono serviti solo parzialmente da Acquedotto Lucano: questo significa che 28.186 abitanti non sono serviti, mentre 309.665 sono serviti solo parzialmente;
i Comuni parzialmente serviti: Accettura, Aliano, Calciano, Ferrandina, Garaguso, Irsina, Matera, Montalbano Jonico, Montescaglioso, Pisticci, Salandra, Tursi, Acerenza, Atella, Avigliano, Castelgrande, Castronuovo di Sant’Andrea, Episcopia, Filiano, Genzano di Lucania, Latronico, Maratea, Marsico Nuovo, Muro Lucano, Nemoli, Palazzo San Gervaso, Picerno, Potenza, Rivello, Roccanova, San Fele, San Severino Lucano, Sarconi, Savoia di Lucania, Tito, Trecchina, Vietri di Potenza, Viggianello;
i Comuni totalmente sprovvisti di depurazione: Tricarico, Albano di Lucania, Barile, Calvera, Carbone, Cersosimo, Chiaromonte, Fardella, Pietragalla, San Chirico Nuovo, San Chirico Raparo, San Costantino Albanese, Sasso di Castalda, Teana;
la sentenza della Corte Costituzionale n. 335/2008 ha introdotto il principio secondo il quale gli utenti residenti in Comuni che fossero sprovvisti di impianti centralizzati di depurazione, o dove questi fossero temporaneamente inattivi, non sono tenuti al pagamento della relativa tariffa.
Moltissimi utenti di Acquedotto Lucano hanno provveduto ad inoltrare domanda per chiedere la sospensione e la restituzione del pagamento della tassa per dovuta. Nel frattempo gli utenti che hanno presentato domanda ed effettivamente scollegati dagli impianti di depurazione, in attesa di definire i criteri per la restituzione del canone, si sono visti sospendere il pagamento della tassa.
Si chiede di sapere:
se il Ministro interrogato sia al corrente dei dati di cui in premessa e se non ritenga opportuno intervenire al fine di garantire un servizio di depurazione a tutti gli abitanti lucani, considerate le gravi conseguenze ambientali di tale carenza;
per quali ragioni la maggior parte degli abitanti della Basilicata non abbiano accesso al servizio;
se il Ministro interrogato intenda acquisire elementi in merito al rimborso, da parte di Acquedotto Lucano, dei pagamenti già effettuati dai cittadini lucani sprovvisti (oppure provvisti ma temporaneamente non serviti) di impianti centralizzati di depurazione.
Elisabetta Zamparutti
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