Silvio Viale, il ginecologo torinese che ha condotto la sperimentazione all’Ospedale S.Anna di Torino, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Basta prese in giro per le donne italiane. Non vi è più alcun motivo per ritardare la pubblicazione sulla GU, tanto meno vi è la necessità di un parere legale del ministero. Se il ministero vuole bloccare la RU486 deve assumersi la responsabilità di un decreto legge o di un’ordinanza specifica, assecondando così il parere dei militanti anti-RU486 che ha assunto come esperti. Tra essi quella Assuntina Morresi che, come riporta oggi l’Avvenire, avrebbe detto che i decessi per RU486 sarebbero causati dal Day Hospital. Per dovere d’ufficio, come riportato nella mia memoria consegnata alla Commissione, debbo ricordare che l’EMEA e la FDA hanno già escluso ogni nesso di causalità tra le morti segnalate e la RU486. Sono curioso di vedere quali altre fantasie siano state riportate nella relazione.
Sia chiaro, da vero esperto io non temo la “prova del nove” della pratica clinica, né la minaccia di arbitrato davanti all’EMEA, il cui esito è scontato a favore della RU486, ma non credo sia più tollerabile che alle donne italiane continui ad essere negata la possibilità di ricorrere alla RU486 sotto controllo medico e nell’ambito delle previsioni della 194.
Anche l’AIFA deve fare il suo dovere senza interferenze improprie.
Il 21 ottobre scorso Direttore Generale dell'Aifa Prof. Guido Rasi bollava come “inopportune” le mie dichiarazioni con cui mi auguravo che l’AIFA mantenesse la schiena dritta. Devo constatare che a un mese di distanza siamo ancora nella stessa situazione di allora.
Se la pubblicazione dovesse ancora tardare, sarà necessario ripartire con la RU486 anche senza la registrazione come, peraltro, si era già pronti a fare quando giunse la notizia che il CdA dell’AIFA avrebbe concluso la pratica di registrazione. Ero pronto allora, sono pronto tuttora a ripartire anche senza la registrazione.”
Torino, 25 novembre 2009.
(Silvio Viale 339.3257406)
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