· Dichiarazione di Rita Bernardini, membro della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, e dell’avv. Giuseppe Rossodivita, Presidente del Comitato radicale per la Giustizia “Piero Calamandrei”
Diverte leggere le dichiarazioni degli esponenti del PDL contro il CSM definito “politicizzato e antiberlusconiano” (Capezzone) o “terza Camera” (Valducci). Diverte perché quando si tratta di colpire sul fatto l’organo di autogoverno della magistratura tacciono facendo finta di niente. Recentemente, infatti, il CSM ha deliberato una maxi-sanatoria per una trentina di magistrati che non avevano presentato nei termini perentori previsti dalla legge la domanda di trattenimento in servizio oltre il limite di età. Questi signori, dunque,
pur avendo raggiunto il limite di età senza che nel frattempo sia intervenuta la proroga, continuano a permanere tuttora in servizio. La lista dei “sanati” è interessante e comprende anche nomi di estremo rilievo per gli incarichi ricoperti non solo nelle sedi giudiziarie ma anche come segretari di correnti della magistratura della stessa Associazione nazionale magistrati, come il presidente Mario Almerighi o il presidente Vittorio Borraccetti, oltre a vari altri magistrati noti come Vittorio Frascherelli, Francesco P. Amura, Mario Natalino Iapaolo, Franco Morano, Aldo Petrucci, Bartolomeo Quatraro, Claudio Rodà e Salvatore Sinagra.
La delegazione radicale nel gruppo del PD alla fine di gennaio presentò sulla questione un’interrogazione (4-05917 seduta n. 275) al Ministro della Giustizia che, ad oggi, si è ben guardato dal rispondere.
Del resto, anche per quel che riguarda la riforma della Giustizia, gli esponenti del PDL non vanno oltre le dichiarazioni o le leggi ad personam altrimenti avrebbero dato seguito alla Risoluzione radicale approvata più di un anno fa che – solo per quel che riguarda il CSM – impegnava il Governo a presentare riforme riguardanti “la revisione della composizione e del sistema elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura; la fissazione dei suoi compiti in via tassativa; l'eventuale creazione di un consiglio per il pubblico ministero e di un organismo che garantisca un efficiente sistema disciplinare per tutti i magistrati”.
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