Il Regolamento della Commissione parlamentare di vigilanza obbliga la RAI a trasmettere nelle ultime 4 settimane prima del voto, in condizioni di parità di spazi a tutti i partiti, Conferenze stampa dei leader, messaggi autogestiti, tribune elettorali. Spazi che devono essere mandati in onda in fasce di ottimo ascolto, anche all’interno o in sostituzione delle trasmissioni di prima serata.
La RAI, invece, dopo aver inopinatamente sospeso i talk show, ha organizzato un palinsesto che di fatto cancella la campagna elettorale ed impedisce ai cittadini di conoscere le proposte delle diverse forze politiche.
Tribune politiche alle 14 del pomeriggio, messaggi autogestiti in orari improbabili, mai uno trasmissione su RAI Uno, la rete di maggior ascolto.
Ciascuna forza politica, alla fine, potrà raggiungere complessivamente sulle reti televisive RAI solamente 1 milione e 800 mila telespettatori tra Tribune e Conferenze stampa, oltre a circa 1 milione di ascolti attraverso i messaggi autogestiti di 3 minuti.
Nel frattempo, i telegiornali ridotti a mero strumento di propaganda permetteranno ai soliti noti di raggiungere decine di milioni di spettatori ogni giorno.
In queste condizioni di mancanza di conoscenza, definire “libero” il voto degli italiani e “democratiche” le prossime elezioni regionali farebbe sorridere persino la coppia Putin-Gheddafi.
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