L’organo ufficiale della Lega Nord, La Padania, nel numero in edicola oggi pubblica un violento attacco, irridente e maldestro, a Marco Cappato ed ai radicali. Insulti volgari e sberleffi gratuiti condiscono il pezzo firmato da rfiorentini@libero.it che prende lo spunto dalla analisi sull’informazione dei radicali, riproposta da Marco Cappato, nel corso della conferenza stampa della Lista Bonino-Pannella, tenutasi sabato a Torino alla presenza di Mercedes Bresso.
Marco Cappato ha semplicemente evidenziato il ruolo che stanno giocando, ancora una volta, i mezzi di informazione televisiva nazionale, Rai e Mediaset, in questa campagna elettorale per le regionali di marzo, ponendo l’attenzione sulla sovraesposizione ed edulcorazione della figura del candidato leghista Roberto Cota. Ricordando il “caso Cappellacci” – oscuro e sconosciuto candidato CDL sospinto alla Presidenza della Regione Sardegna - o sottolineando il ruolo di “RaiSet” nel creare lo stesso personaggio di Renata Polverini, Cappato ha denunciato la grande visibilità mediatica del Presidente del Gruppo Lega Nord alla Camera, da momento della sua candidatura ad antagonista della Bresso in Piemonte. Cappato, come già Marco Pannella ed Emma Bonino nelle settimane scorse, ha anche avvertito pubblicamente il Partito Democratico del rischio che corre la candidata Bresso nel doversi confrontare con un avversario quotidianamente spalmato su tutti i Tg pubblici e privati e ospite fisso di trasmissioni di approfondimento e informazione politica. L’analisi dei radicali, riproposta da Cappato senza alcun astio o attacchi personali, pone l’attenzione sulla figura di leader nazionale e moderato, “di buon senso”, che sembra emergere dalle pillole informative somministrate con i pasti al cittadino-elettore. Un’immagine totalmente scollegata dai richiami ancestrali lanciati dal leghismo nostrano, che cavalca le paure e gli umori più pericolosi.
Ad un’analisi, il giornale della Lega risponde in modo squadrista: Cappato diventa “il paggio” di Bonino e Pannella, le denunce radicali: un “continuo rosario di rivendicazioni, di piagnistei, di intimidazioni, di convulsioni semantiche, di stupidaggini”; la lotta nonviolenta del satyagraha diventa lo “pseudo–sciopero della fame”, le iniziative per ottenere spazio di informazione per tutti diventa lo “fracassamento dei santissimi” e così via discorrendo…
Leggendo l’articolo di pagina 23 della Padania, doverosamente citato e parzialmente letto anche dal direttore Bordin nella odierna rubrica “Stampa e Regime” di Radio Radicale, sorge spontanea una domanda: quel Cota dall’aria volutamente rassicurante e moderata che sbuca in ogni angolo del Piemonte dai manifesti 6 per 3, condivide gli insulti e gli sberleffi del suo giornale di partito o forse può ancora condividere con me che – rovesciando il titolo del pezzo – è la sua Padania ad aver “perso un’altra occasione per stare zitta”?
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