Sulla vicenda dello Stretto di Messina, Elisabetta Zamparutti ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro delle Infrastrutture, in merito al fatto che si sta sottoponendo al Parlamento, con la finanziaria, la ratifica di un atto aggiuntivo alla Convenzione per la realizzazione dello Stretto di Messina, senza che questo risulti effettivamente stipulato.
Elisabetta Zamparutti ha dichiarato: “Il WWF ha segnalato come il Parlamento stia per approvare un atto relativo alla realizzazione del Ponte sullo Stretto che non risulta ancora effettivamente stipulato. Questo sarebbe un modo di procedere gravissimo rispetto ad un’opera che, secondo quanto risulta al CIPE, a fronte di un costo posto a base di gara di 4,4 miliardi di euro, gara poi vinta dall’ATI, capeggiato da Impregilo, grazie alla presentazione di un maxiribasso di 500 milioni di euro, è già lievitato a 6.349 miliardi di euro. Eppure ci sarebbe ancora il tempo per ovviare ad un modo di procedere che contrasta con lo stesso impegno assunto dal Governo ad agire con:”una vera due diligence per verificare le necessarie rivisitazioni alla Convenzione, ma anche la rilettura dei valori dell’offerta” fornendo prova dell’esistenza di questo atto o decidendo di non sottoporlo al voto del Parlamento.”
Al Ministro delle Infrastrutture
Premesso che:
da una segnalazione del WWF si apprende che nel testo del DDL sulla Legge Finanziaria 2010 (AC 2396-A ) all’esame dell’Aula di Montecitorio, per effetto dell’approvazione di un emendamento di iniziativa governativa, al comma 195 dell’art, 2 dell’AC 2396-A, si stabilisce che venga approvato ope legis il secondo atto aggiuntivo alla Convenzione di Concessione del 30 dicembre 2003 tra Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e la Stretto di Messina (SDM) SpA;
come viene documentato a pag. 78 del dossier “AC 2396 – Emendamento del relatore 2.1877 - N. 142 – 5 dicembre 2009” dal Servizio Studi della Camera dei deputati, non pare però che esista un testo definitivo di detta Convenzione. Si legge infatti: “Per quanto riguarda, infine, la disposizione di cui al comma 198, appare opportuno acquisire chiarimenti circa gli effetti finanziari dell’approvazione, con legge, del secondo atto aggiuntivo alla Convenzione di concessione, che non risulta alla data di presentazione dell’emendamento ancora perfezionato”;
il Governo, nell’Allegato Infrastrutture al Documento di Programmazione Economico Finanziaria - DPEF relativo alla manovra di Finanza Pubblica per gli anni 2009-2013 elaborato nel luglio 2008 dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, individuando il Ponte sullo Stretto di Messina tra le sette priorità dichiarate dal Governo in carica, aveva stabilito (a pag. 106) che si doveva:”effettuare una vera due diligence per verificare le necessarie rivisitazioni alla Convenzione, ma anche la rilettura dei valori dell’offerta”.
questo per la rilevanza di tale opera, ricompresa nel Primo Programma delle Infrastrutture strategiche (Delibera CIPE n. 121/2001), il cui costo attualizzato, come emerge dagli elenchi pubblicati da Edilizia e Territorio in riferimento alla Delibera CIPE del 6 novembre scorso sarebbe, secondale carte depositate in CIPE, di 6.349 miliardi di euro, a fronte di un costo posto a base di gara di 4,4 miliardi di euro e alla luce dell’assegnazione all’ATI, capeggiato da Impregilo, quale GC per la progettazione definitiva ed esecutiva e della realizzazione del ponte, grazie alla presentazione di un maxiribasso di 500 milioni di euro rispetto al costo posto a base di gara (3,9 miliardi di euro, rispetto a 4,4 miliardi di euro);
si aggiunga che l’”Indagine sullo stato di attuazione della Legge Obiettivo (legge 21 dicembre 2001, n. 443) in materia di infrastrutture e insediamenti strategici”, elaborata dalla Sezione centrale di controllo della Corte dei Conti sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato (approvata con Delibera 8/2005 il 22 marzo 2005, pagina 71, lettere d e ed e) rileva: “d) L’inclusione così copiosa nel programma di opere vecchie e nuove, senza una puntuale definizione tecnica e finanziaria, ha, in alcuni casi, stimolato istanze locali dirette a risolvere, in modo oneroso per la parte pubblica, le situazioni di stallo preesistenti. Talvolta sono riemerse conflittualità, in precedenza mai del tutto sopite, in ordine alle alternative tecniche, ambientali e sociali, lasciate aperte dall’insufficiente definizione progettuale. (…)”
si chiede di sapere:
se il secondo atto aggiuntivo alla Convenzione di Concessione del 30 dicembre 2003 tra Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e la Stretto di Messina (SDM) SpA esiste e se risultava perfezionato al momento alla data di presentazione dell’emendamento;
se non ritenga il Ministro che questo modo di procedere confligga con l’impegno assunto nell’Allegato Infrastrutture al Documento di Programmazione Economico Finanziaria - DPEF relativo alla manovra di Finanza Pubblica per gli anni 2009-2013 elaborato nel luglio 2008 dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ad:”effettuare una vera due diligence per verificare le necessarie rivisitazioni alla Convenzione, ma anche la rilettura dei valori dell’offerta”.
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