Come già per le “elezioni” europee, noi abbiamo esplicitamente tentato di renderLe possibile il misurare la realtà, quanto meno nella sua faccia occultataLe, come a tutti gli autentici cittadini della Repubblica (e questa compagnia va a Suo onore). Questo è misura di quel che accade, che è già accaduto.
Oggi, per l’ennesima volta, nella trasmissione domenicale con il direttore Massimo Bordin, cercherò di fornirLe da Radio Radicale – in extremis o a babbo morto non so – l’aiuto di un cittadino italiano che sta preparando la sua richiesta di asilo politico in altro Stato, per poter proseguire una ormai quasi secolare lotta di giustizia e libertà, che è l’unico onore d’Italia e d’Europa.
Per ora anticipo un solo esempio, assolutamente simbolico: dopo l’esclusione dei Radicali in quanto tali dalle elezioni nazionali del 2008, in modo parziale dal Parlamento nazionale; dopo l’esclusione dei Radicali dal Parlamento europeo, al termine di un’ininterrotta presenza trentennale; ora questa esclusione dalle “elezioni” regionali.
Otto mesi fa Emma Bonino riscosse a Milano, con 13.577 preferenze, 2000 voti più di Umberto Bossi, 5000 più di Antonio Di Pietro.
Ora, Emma Bonino era la nostra capolista nelle circoscrizioni provinciali di Milano, Bergamo e Brescia, ma non siamo riusciti a raccogliere le 6 mila firme complessive necessarie. Così in Lombardia come in Liguria e in Veneto, dove abbiamo superato ampiamente la media nazionale del 2,40 %.
O in Emilia Romagna, dove riscuotemmo 67.716 voti, e non abbiamo potuto raccogliere le 10.500 firme.
Noi l’avevamo previsto, preannunciato.
Lei non ha potuto esser raggiunto dalle nostre voci, escluse dai mass media come tutte quelle della resistenza democratica.
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