Tuttavia, l'eccezionale parterre che ha assistito due giorni fa alla presentazione a Palazzo Giustiniani del volume con i "memorabili" discorsi di Gheddafi pronunciati in Italia lo scorso anno (Frattini, D'Alema, Pisanu, Profumo, Dini e tanti altri) dimostra come la nostra classe politico-imprenditoriale sia - unico paese in occidente - al servizio - in nome di supposti grandi affari - della propaganda e della retorica anti-occidentale, antisemita e anticapitalista di Gheddafi.
Magari domani Berlusconi sarà a Tripoli per provare a concordare una spettacolare liberazione di un cittadino svizzero che sequestrato da mesi con un ricatto inaccettabile dai libici, in modo da presentare al mondo la "faccia buona" di Gheddafi, dopo la scandalosa chiusura dell'Ufficio dell'Agenzia ONU sui Rifugiati.
In ogni caso, quale che sia l'esito dell'incontro, la qualità del dibattito politico-giornalistico nel nostro paese sui rapporti di politica estera con Gheddafi (o con Putin), e sulla direzione di fondo del nostro paese, ricorda quella che festeggiava e celebrava il Primo Ministro Britannico Chamberlain per aver "salvato la pace" con l'accordo di Monaco con Hitler. Tutti contenti fino a quando la dittatura non li tocca. Uno spettacolo davvero penoso quello che l'Italia offre al mondo.
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