
Secondo l’agenzia Apcom è in arrivo un “motu proprio” o un chirografo del Papa per rendere lo IOR più rispondente alle normative antiriciclaggio.
Per fare questo c’è un modo molto semplice estendere alla Santa sede (o anche al solo IOR) quanto previsto dalla Convenzione firmata dalla stessa Santa sede ma per conto dello Stato Città del Vaticano.
Naturalmente qualche furbastro ha pensato bene non solo di non farlo ma di tenere ben distinte le due situazioni.
Lo Stato Città del Vaticano - che non possiede un istituto attraverso il quale riciclare denaro – applicherà le normative europee e se le violerà si potranno denunciare alla Corte europea di Giustizia.
Mentre la Santa sede - che possiede un istituto attraverso il quale riciclare denaro – si farà una propria legge antiriciclaggio sulla quale vigilerà … la Santa sede. Lo scopo è chiarissimo: nel caso dovesse accadere che qualcuno venisse scoperto a fare operazioni illegali – cioè quelle per le quali è in corso una indagine a Roma – la Santa sede se ne lava le mani facendo un “processo” ai malcapitati.
Complimenti all’ingegnoso furbastro che sta inducendo il Papa a perseguire nelle pratiche che hanno caratterizzato lo IOR: mezzo secolo di riciclaggio dei denari del malaffare della criminalità politica e comune.
La questione non è rinviabile : la Santa sede sottoscriva la Convenzione esistente tra il vaticano e l’Unione europea (e consegni alla magistratura gli elenchi Dei titolari non religiosi di conti correnti anonimi con le relative operazioni effettuate).
Il tentativo di Gotti Tedeschi di fare una leggina interna da utilizzare come specchietto per le allodole dell’OSCE e del GAFI ha le gambe molto corte ed è anche una scelta molto patetica.
Dichiarazione di Maurizio Turco, deputato radicale, segretario di anticlericale.net
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