“Il deserto brindisino è deserto di legalità a tutti i livelli, a partire dalla stessa società civile. La Peste italiana, non soltanto pugliese, disegna uno scenario più ampio di degrado politico e istituzionale, dove l’azione amministrativa non è più un fine in sé, ma il mezzo usato dai partiti per erogare risorse attraverso l’esercizio del potere pubblico e acquisire consenso. Di questa degenerazione dovrebbero rispondere i vari politici locali, quando in concomitanza con gli appuntamenti elettorali corrono ad aizzare le rispettive clientele facendo promesse puntualmente disattese. I pochi beneficiati dalle caritatevoli mani di questo o quel capobastone smettono di essere cittadini e diventano plebe ricattabile”.
“La mia proposta politica per la Puglia si riassume nella parola legalità come elemento fondante di una comunità civile. Nella nostra regione i Radicali, fuori dai giochi di palazzo e dalle incrostazioni clientelari, sono l’unica alternativa credibile di fronte allo sfascio prodotto dalle amministrazioni che negli anni si sono avvicendate. Ai cittadini chiederò di darmi fiducia perché da sempre il marchio radicale è sinonimo di legalità, onestà istituzionale e responsabilità nell’amministrazione della res publica. Per una Puglia che da fanalino di coda dell’Europa diventi la testa di ponte dell’Euromediterraneo, polo di attrazione di capitali e risorse umane. Riscattiamoci dallo scempio partitocratico”.
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