Dichiarazione di Bruno Mellano (presidente di Radicali Italiani) e di Giulio Manfredi (vice-presidente Comitato Nazionale Radicali Italiani):
Dopo le incredibili dichiarazioni del sottosegretario Carlo Giovanardi sulla morte di Stefano Cucchi, abbiamo atteso una sua ritrattazione, una sua correzione di rotta, un suo ripensamento. Errare è umano. E’ venuta, invece, la sua decisa conferma di quanto detto. Conferma tanto più vergognosa quanto più, giorno per giorno, pezzo per pezzo, vengono fuori le tessere del mosaico, viene fuori, in sostanza, che Cucchi fu ucciso non “perché drogato, anoressico e sieropositivo”, come sostenuto da Giovanardi, ma perché fu selvaggiamente picchiato nelle “camere di sicurezza” (sic) del tribunale di Roma.
Pochi lo ricordano ma esiste un precedente illuminante: il 3 luglio 2002, Claudio Scajola rassegnò le dimissioni da ministro dell’Interno del secondo governo Berlusconi per le polemiche suscitate da questa sua frase - pronunciata tre giorni prima davanti ad alcuni giornalisti - riferita al Prof. Marco Biagi, ucciso quattro mesi prima dalle Brigate Rosse: “Non fatemi parlare. Figura centrale Biagi? Fatevi dire da Maroni se era una figura centrale: era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza.”.
Le dichiarazioni di Scajola e di Giovanardi non sono sovrapponibili ma entrambe sono sicuramente diffamatorie rispetto a persone decedute tragicamente, non più in grado neppure di replicare.
Claudio Scajola ebbe il coraggio di assumersi tutta la responsabilità delle sue parole e si dimise a tambur battente. Giovanardi segua il suo esempio. Se non lo farà, come prevedibile, il presidente del Consiglio deve intervenire e ritirargli le deleghe alle politiche per la famiglia, al contrasto delle tossicodipendenze e al servizio civile.
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