INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Al Ministro della Giustizia
Al Ministro della Salute
Per sapere - Premesso che:
su La Gazzetta del Mezzogiorno del 14/11/2010 è apparso un articolo intitolato: “Mio figlio Luca ha bisogno di cure che in carcere non sono garantite”;
l’articolo riporta l’appello di Maria Grazia C., madre di un ragazzo tossicodipendente detenuto nel carcere di Potenza, la quale si dice preoccupata da quando ha saputo che suo figlio, condannato per spaccio di sostanze stupefacenti, rischia di essere trasferito in un ospedale psichiatrico giudiziario;
l’articolo citato riporta le seguenti dichiarazioni rilasciate dalla donna: “Mio figlio è malato, è tossicodipendente e ha bisogno di cure. A tal proposito voglio fare un appello ai giudici, al personale sanitario e al direttore del carcere affinché vengano garantite a mio figlio le cure necessarie per le gravissime patologie di cui soffre mediante il ricovero presso il reparto psichiatrico dell’ospedale San Carlo di Potenza. Mio figlio ha bisogno di cure, non certo di finire in un manicomio criminale situato fuori regione”;
la vicenda è stata richiamata anche in una dichiarazione rilasciata da Maurizio Bolognetti, membro della Direzione Nazionale di Radicali Italiani, il quale ha sottolineato la gravità di un eventuale ricovero del detenuto presso l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario, stante le precarie condizioni di salute dell’uomo;
da tempo la Corte costituzionale ha manifestato il proprio dissenso circa il trattamento penale riservato agli autori di reato infermi di mente arrivando a segnalare l'esigenza di una “attenta revisione” dell'intera disciplina dell'applicazione delle misure di sicurezza e, ancor più drasticamente, dichiarando con la sentenza n. 253 del 2003 l'illegittimità dell'articolo 222 codice penale (ricovero in un ospedale psichiatrico giudiziario) e con la n. 367 del 2004 dell'articolo 206 codice penale (applicazione provvisoria delle misure di sicurezza) nella parte in cui non consentivano al giudice di adottare, nei riguardi del soggetto prosciolto per infermità psichica e giudicato socialmente pericoloso, in luogo del ricovero in un ospedale psichiatrico giudiziario, una diversa misura di sicurezza, tra quelle previste dalla legge, “idonea a soddisfare contemporaneamente le esigenze di cura dell'infermo di mente con quelle di controllo della sua pericolosità sociale”attualmente al sistema penitenziario viene affidata la maggiore responsabilità nel contrasto al fenomeno delle tossicodipendenze, quando è ormai noto che i tassi di recidiva per chi esce dal carcere sono estremamente elevati, assai più di quelli di chi sconta la propria pena in misura alternativa, e che il gruppo con il maggior tasso di recidiva è proprio quello dei tossicodipendenti;
secondo il sesto rapporto sulle carceri redatto dalla associazione Antigone, il numero di tossicodipendenti che annualmente transitano dalle carceri italiane è decisamente superiore a quello di coloro che transitano dalle comunità terapeutiche, il che dimostra come l'approccio terapeutico per questo tipo di detenuti sia stato concretamente abbandonato -:
se siano a conoscenza dei fatti riportati in premessa;
se il detenuto tossicodipendente indicato in narrativa, attualmente ristretto presso l’istituto penitenziario di Potenza, sia mai stato preso in carico dai medici del Ser.T. e/o delle ASL al momento del suo ingresso in carcere;
per quali motivi il detenuto non sia stato ancora trasferito presso il reparto psichiatrico dell’ospedale San Carlo di Potenza;
quali siano attualmente le sue condizioni di salute e se lo stesso risulti mai essere stato sottoposto ad un adeguato trattamento medico;
quali misure di carattere generale e quali iniziative di carattere normativo intendano assumere, anche alla luce della sentenza n. 253 del 2003 della Corte Costituzionale, al fine di ottenere, per tutti i detenuti tossicodipendenti e malati psichici che rischiano di vedersi rinchiusi in un ospedale psichiatrico giudiziale, un migliore contemperamento tra istanze di difesa sociale e l'insopprimibile garanzia del diritto alla salute e del rispetto della dignità dell'uomo.
On. Rita Bernardini
Approfondimenti
"E' tossicodipendete, ha bisogno di cure"
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