Questa mattina i parlamentari Marco Beltrandi (Pd-Radicali) e Antonio Misiani, (Pd) hanno presentato nel corso di una conferenza stampa una Proposta di legge che disciplina l’annosa ed irrisolta questione del ritardo nei pagamenti delle transazioni commerciali tra imprese e con la pubblica amministrazione.
Hanno partecipato alla presentazione, moderata da Massimo Bordin, Paola De Micheli (deputata Pd e responsabile piccole e medie imprese) e Pino Scalenghe (in rappresentanza degli imprenditori di “Impresecheresistono”).
L’obiettivo dei promotori del progetto di legge è quello di mettere al centro dell’attenzione il problema dei ritardi nei pagamenti, che vede l’Italia in testa tra i paesi dell’Unione europea.
Secondo i dati di una recente indagine su scala europea (“European Payment Index 2010”) in Europa la perdita su crediti ha raggiunto i 300 miliardi di euro, una cifra equivalente al debito pubblico greco. Oggi il 2,6% di tutte le transazioni commerciali in Europa vengono portate a perdita. Il dato è maggiore per le PMI, che soffrono di perdite su crediti pari al 3% del loro fatturato. A livello europeo nel 2010 il periodo medio di pagamento è pari a 63 giorni per i crediti verso il settore pubblico e a 55 giorni per quelli verso le imprese. Assai peggiori sono i dati italiani: 186 giorni per il settore pubblico e 96 giorni per le imprese. I soli crediti vantati dalle imprese verso la pubblica amministrazione sono stimati da Assifact in 60-70 miliardi di euro. Le piccole e medie imprese (PMI), che rappresentano il 94,8% del tessuto produttivo italiano, sono particolarmente colpite da questa grave e sistematica incertezza nei tempi di pagamento delle transazioni commerciali.
Tra le principali cause di ritardo della Pubblica Amministrazione si segnalano in particolare la necessità di rispettare, in qualunque modo, anche ricorrendo ai ritardi nei pagamenti, il Patto di stabilità interno degli enti locali, mentre le grandi imprese dilatano i tempi di pagamento delle fatture ai propri fornitori, in particolare verso le piccole e medie imprese. Le PMI, di fatto, fungono da leva finanziaria a costo zero su cui viene traslato il rischio d’impresa relativo alle carenze di liquidità, diventando gli istituti di credito più “generosi ed affidabili” nei confronti della PA e delle grandi imprese loro debitrici.
Nel merito, la proposta Beltrandi-Misiani riprende i contenuti di una recente proposta di direttiva della Commissione UE e della legge francese sulla modernizzazione dell’economia del 2009.
I punti essenziali sono i seguenti:
-una nozione di imprenditore più ampia di quella codicistica, poiché vi sono compresi anche i liberi professionisti, accomunati agli imprenditori nell’affrontare i medesimi disagi;
-il diritto del creditore agli interessi, in caso di mancato pagamento, senza che sia necessaria la costituzione in mora e senza che sia necessario un sollecito;
- l’armonizzazione del termine massimo di pagamento tendente a uniformarsi a 30 giorni, salvo casi oggettivamente verificabili;
- l’obbligo di comunicazione delle condizioni generali di vendita: comunicazione delle condizioni di vendita, il listino dei prezzi unitari, le riduzioni di prezzo e le condizioni di pagamento per rendere trasparenti tutte le transazioni commerciali
- il rimborso delle spese amministrative, in aggiunta a quelle legali, per il recupero dei crediti;
-ammende pecuniarie, in caso di ritardo ingiustificato, in aggiunta agli interessi di mora.
Radio Radicale, che ha dato voce ai problemi sollevati dalle PMI grazie alla trasmissione di Stefano Imbruglia, “Impresa e politica”, raccolte da Beltrandi e Misiani, seguirà l’iter parlamentare del progetto di legge, che ha già raccolto oltre 60 sottoscrizioni bipartisan.
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