Animali, Pullia e Rosasco: perché dissentiamo dalla discutibile arte di Jan Fabre

 

Vitelli impagliati, renne imbalsamate, cani e gatti appesi a ganci, teste di cigni, soffitti costellati di scarabei. Sono queste alcune “opere” che hanno reso famoso il belga Jan Fabre, artista visivo, autore teatrale, regista che porterà il 12 maggio in scena a Firenze, nell’ambito della XVII edizione del Festival “Fabbrica Europa”, Another Sleepy Dusty Delta Day, una performance - installazione con tanto di volatili imprigionati in gabbie. Al di là del giudizio estetico, e nel pieno rispetto della massima libertà espressiva, desideriamo rendere nota la nostra vibrante protesta per l’utilizzazione a dir poco irriguardosa di esseri senzienti. Non ci interessa sapere da dove provengano gli animali esposti da Fabre. Crediamo, invece, che sia ora di farla finita, una volte per tutte, con lo specismo, ennesima declinazione del razzismo, e le sue traduzioni in campo artistico (o pseudo tale). La libertà d’espressione non è tale se diviene sprezzante misconoscimento di altrui identità e affermazione di violenza. Ci uniamo, pertanto, a quanti, non soltanto animalisti, si stanno facendo interpreti di profondo dissenso nei confronti dell’amministrazione fiorentina per la programmazione di questo discutibilissimo evento.