
Questo pomeriggio il Comitato per la libertà di voto, nelle persone di Riccardo Magi, Mario Staderini e Fulco Lanchester, ha incontrato il Ministro delle riforme Maria Elena Boschi. Oggetto dell’incontro, i referendum parziali e per parti separate promossi dal Comitato, nonché le questioni di democrazia sottese alla convocazione del voto sulle modifiche della Costituzione.
Il Ministro ha ribadito la preferenza del Governo per il referendum unico sull’intera legge costituzionale, pur riconoscendo che la divisione del voto in una pluralità di temi renderebbe più agevole il confronto nel merito delle revisioni. Sul punto il Ministro ha comunque confermato che, qualora fosse presentato il referendum per parti separate, non si opporrebbe a questa soluzione nel giudizio di fronte alla Cassazione o alla Corte costituzionale.
Il Comitato ha preso atto della posizione del Governo, ricordando però che la via parlamentare è l’unica rimasta per presentare il referendum e sottoporlo al giudizio della Cassazione, visto che l’Esecutivo ha reso di fatto impossibile percorrere la via referendaria attraverso le firme dei cittadini. Nelle settimane successive al deposito dei quesiti, infatti, il Comitato aveva chiesto –inutilmente- al Presidente Renzi e ai Ministri Boschi e Alfano un intervento urgente per rimuovere gli ostacoli che impediscono la raccolta firme a chi non ha un esercito di consiglieri comunali in grado di autenticare gratuitamente le sottoscrizioni.
Per questo motivo, sarà presentato un nuovo ricorso contro l’Italia al Comitato diritti umani dell’Onu per violazione del Patto internazionale sui diritti civili e politici, in analogia a quello già pendente per i fatti relativi alla campagna referendaria di Radicali italiani del 2013.
Nel corso dell’incontro, il Comitato ha sottoposto al Ministro una serie ulteriore di questioni urgenti in vista del voto sul referendum costituzionale, quali il coinvolgimento dei comitati promotori nella scelta della data, la codificazione dell’obbligo di neutralità del governo e la spedizione di un opuscolo informativo nelle case degli italiani con le posizioni dei favorevoli e contrari. Inoltre, è stato presentato al Ministro l’obiettivo di un Referendum Act che sostituisca le procedure restrittive e irragionevoli previste dalla legge n 352 del 1970 in materia referendaria.
Su questi punti il Ministro ha mostrato interesse, rinviando a un incontro successivo nelle prossime settimane.
Nelle prossime ore, il Comitato proseguirà nella raccolta firme tra i parlamentari per tentare fino all’ultimo momento utile di garantire che l’appuntamento referendario sia un’occasione di confronto democratico e di crescita istituzionale, anziché un mero scontro tra fazioni che prescinda dall’interesse generale e dal rispetto della sovranità popolare e della libertà di voto degli italiani.