Il segretario di Radicali Italiani Riccardo Magi, in qualità di rappresentante del Comitato per la Libertà di Voto sul referendum costituzionale, ha ufficialmente chiesto un incontro urgente al ministro per le Riforme Maria Elena Boschi per sottoporle l'ipotesi di referendum per parti separate e su singoli aspetti della legge di revisione costituzionale, formalizzata con il deposito in entrambi i rami del Parlamento e in Cassazione dei relativi quesiti.
"Costituzionalisti tra i più illustri hanno ripetutamente messo in guardia dai rischi del cosiddetto "quesitone", cioè il referendum unico sulle legge Renzi-Boschi, che costringerebbe i cittadini a dire Sì o No in blocco a una revisione che riguarda il 37 per cento della Costituzione e tocca aspetti molto diversi tra loro", ricorda Riccardo Magi. "Il quesito unico sarebbe inevitabilmente disomogeneo e impedirebbe agli elettori di discernere il merito della riforma, violando di fatto il principio costituzionale della libertà di voto. Poiché non si può cambiare la Costituzione violando la Costituzione, è necessario ricondurre il processo di revisione nell’ambito del diritto costituzionale. Per questo - spiega il segretario di Radicali Italiani - vogliamo sottoporre al ministro Boschi la proposta di voto per parti separate e i quesiti referendari parziali che abbiamo messo a punto con esperti e costituzionalisti, tra cui il professore Fulco Lanchester, e depositato con l'obiettivo di garantire agli italiani la libertà di voto su riforme fondamentali che il Paese attende da anni. Dal Ministro Boschi attendiamo anche una risposta alla lettera che come Comitato per la Libertà di Voto, insieme al Comitato per il No e al Comitato per l'abrogazione di due norme dell'Italicum, abbiamo inviato a lei, al presidente Renzi e al ministro dell'Interno Alfano per chiedere un decreto che superi, già in occasione dell'imminente referendum costituzionale, le procedure ingiustamente restrittive, arbitrarie e irragionevoli che ostacolano la raccolta firme e compromettono il diritto dei cittadini a partecipare attivamente alla vita pubblica attraverso i referendum", conclude Riccardo Magi.
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