
All’indomani della pubblicazione da parte del Governo dello schema di decreto legislativo che dovrebbe introdurre il c.d. Foia (Freedom of Information Act) nel nostro ordinamento, avevamo espresso forti perplessità pubblicando una lettera aperta al ministro Marianna Madia cui avevano aderito numerosi parlamentari.
Oggi il Consiglio di Stato, chiamato a rendere un parere sul testo governativo, conferma punto per punto le nostre perplessità e chiede al governo precise modifiche, a partire dall’eliminazione del silienzio-diniego che impedirebbe di fatto al cittadino di sapere per quale ragione la sua richiesta di accesso è stata respinta.
Sul punto, il Consiglio di Stato è estremamente chiaro:
"Si verificherebbe, così, il paradosso che un provvedimento in tema di trasparenza neghi all’istante di conoscere in maniera trasparente gli argomenti in base ai quali la PA non gli accorda l’accesso richiesto: ciò rappresenterebbe un evidente passo indietro rispetto alla stessa legge n. 241 del 1990 e al generale obbligo di motivazione dalla stessa previsto".
Analoghe perplessità sono espresse sulle numerose eccezioni all’accesso, formulate in termini troppo generici e in grado di rendere troppo ampia la discrezionalità amministrativa, con rischio di notevole contenzioso.
Ci auguriamo che il ministro Madia e il governo ne sappiano e ne vogliano tenere conto.
In questi anni ci si è inventati una burocrazia della trasparenza, pur di non consentire la trasparenza vera e, soprattutto, utile al cittadino.
E’ tempo di cambiare.
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