
Per quel che riguarda noi radicali, lo sciopero della fame di dialogo e fiducia continua
Comunicato dei circa cinquanta dirigenti e militanti radicali in sciopero della fame di dialogo e fiducia, ormai da tre settimane:
Nella lunga intervista rilasciata al Messaggero, con tutta evidenza misurata parola per parola, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella letteralmente sillaba che la più che annosa questione della mancata elezione di tre componenti della Corte Costituzionale da parte del Parlamento “è problema molto più serio e grave” di altre passate analoghe situazioni. Perché “incide molto sulla funzionalità della Corte Costituzionale”. Facile la traduzione del “messaggio” che giunge dal Quirinale: un organo costituzionale, il Parlamento, impedisce a un altro organo costituzionale di funzionare.
È già la seconda volta che il presidente Mattarella solleva la questione. Già lo aveva fatto il 4 dicembre scorso, esprimendo la sua profonda preoccupazione per la situazione che si è creata e chiedendo esplicitamente alle forze politiche “un colpo di reni”.
Ora la parola spetta ai presidenti del Senato e della Camera; al presidente del Consiglio, nella sua doppia veste di capo del Governo e di segretario del Partito Democratico; ai capigruppo del Senato e della Camera; ai singoli parlamentari. Loro raccogliere i moniti del Quirinale, e operare di conseguenza.
Noi dirigenti e militanti radicali in sciopero della fame di dialogo e fiducia con le istituzioni da ormai tre settimane chiediamo “solo” che questo grave vulnus venga finalmente sanato.
Ricordiamo che la nostra azione ha anche i seguenti obiettivi:
- la cessazione delle violazioni alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e del diritto comunitario;
- una campagna dello Stato italiano in sede Onu per la transizione allo stato di diritto codificando - per affermarlo - il diritto umano alla conoscenza;
- le iniziative parlamentari volte a dare seguito all’unico messaggio alle Camere dell’allora Presidente della Repubblica Napolitano, con il quale si ricorda che “è fatto obbligo per i poteri dello Stato…adoperarsi affinché gli effetti normativi lesivi della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo cessino”.
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