
Dichiarazione di Giulio Manfredi, membro di Radicali Italiani:
Il governo ha presentato la Relazione sulle dipendenze al parlamento lo scorso 30 giugno ma solo oggi, 8 settembre, i cittadini hanno potuto conoscere i contenuti del documento.
È impossibile riassumere 691 pagine ma a prima vista emerge la serietà del lavoro di redazione, che ha coinvolto per la prima volta le regioni ma anche le associazioni del privato sociale ed i servizi pubblici.
Alcuni numeri balzano subito agli occhi: la stima del numero totale di spacciatori al dettaglio è pari a 389.956 persone (ultimo anno di riferimento il 2009); la stima di 4.506.624 consumatori di cannabis, 1.165.763 consumatori di cocaina e 530.193 consumatori di oppiacei produce una stima del fatturato complessivo annuo del mercato criminale delle droghe (prodotto dalle leggi proibizioniste) di quasi 23 miliardi di euro (pagg. 15 e 16 della Relazione). Il sistema proibizionista costa in termini di carceri, polizia e magistratura ben 1,4 miliardi di euro, pari a una spesa media pro-capite di quasi 24 euro all’anno, bambini e anziani compresi (pagine 89 e 90 della Relazione).
Rispetto allo spaccio di eroina, i dati del governo fanno giustizia, per esempio, di quanto dichiarato solo 18 giorni fa da un ministro dello stesso governo, la titolare della Salute Beatrice Lorenzin: “… Sono cresciuta in un quartiere di periferia in cui la droga girava eccome: da quando è sparita l’eroina dalle strade, però, in molti hanno pensato di averla sconfitta…” (“La Stampa”, 20/08/2015). I sequestri di eroina sono aumentati in un anno del 5,3 per cento e più eroina sequestrata significa più eroina in circolazione.
La speranza è che la Relazione 2015 non finisca ad ammuffire nei cassetti del parlamento come le precedenti ma serva come documento-base per quella Conferenza Nazionale sulla Droga (che il governo italiano, in base alle leggi dello Stato, dovrebbe indire ogni tre anni, l’ultima la organizzò Berlusconi nel 2009) che dovrebbe segnare un cambiamento di verso delle politiche sulle dipendenze. Gli Stati Uniti, bastione del proibizionismo, aprono alla legalizzazione della cannabis; l’Italia di Renzi rimane alla finestra?
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