
Ricordo di Valter Vecellio, componente della direzione di Radicali Italiani e presidente dell'Associazione per la Libertà della e nella Cultura:
«Un anno fa ci lasciava Federico Orlando, raro esempio di come si possa essere giornalisti e nello stesso tempo galantuomini. Liberale nel senso piu' autentico, ricordiamo con affetto e malinconia Federico, che un anno fa ci lasciava.
Federico è stato, per noi radicali, un compagno (iscritto al Partito per anni), che ha saputo arricchirci con il suo prezioso, partecipe contributo di idee, e con il conforto delle sue fraterne critiche. Una persona gentile e determinata, curiosa, rigorosa e aperta al nuovo, custode del meglio che quel mondo liberale cui apparteneva ha saputo conquistare e preservare. Lo ricordiamo come compagno, amico: giornalista attento, al servizio autentico dei suoi lettori, quando faceva parte del team del Giornale di Indro Montanelli; lo ha fatto quando ha seguito il suo «maestro» nella breve stagione de La Voce, e infine da condirettore di Europa. Lo ricordiamo come autore di saggi che andrebbero riletti e meditati; e politico rigoroso, mai sopra le righe, alieno da protagonismo fine a se stesso, rispettoso della funzione e delle prerogative del Parlamento, difensore di quei valori costituzionali che avvertiva costantemente traditi e disattesi, anche dalla parte politica che lo aveva eletto deputato; e infatti è sempre stato indipendente, radicale nelle scelte e nei comportamenti concreti, deputato del popolo e non del partito.
Ha lasciato davvero un vuoto non colmabile; e in noi il rammarico, quando qualche giorno prima di lasciarci, aveva telefonato per ringraziarci di un sostegno apprezzato che avevamo espresso da Radio Radicale, di non aver compreso in tempo la gravità del suo stato di salute; di aver detto quel «Ciao, Federico» e quel grazie per il tanto che ci ha saputo dare, quando ormai era troppo tardi.
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