
Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, segretario di Radicali Lucani e membro della giunta di Radicali Italiani:
"Come definire la decisione da Santa inquisizione petrolifera presa dal signor sindaco di Montemurro, che si è arrogato il diritto di censurare il mio intervento, togliendomi la parola e arrivando addirittura ad invocare l'intervento della forza pubblica? Questo è quanto accaduto nel corso del sedicente Consiglio comunale 'aperto', convocato per discutere la questione della reiniezione delle acque di produzione petrolifera nel Pozzo Costa Molina 2".
"'Aperto' a cosa? Al gioco delle parti? O forse 'aperto' al tentativo di nascondere una solare verità: a certi amministratori non importa nulla né della tutela ambientale, né della tutela della salute pubblica. Nella Valle del’Agip funziona così da sempre. L’unica cosa che conta davvero è la possibilità di sistemare clienti e famigli e trarre qualche misero vantaggio personale a discapito dell’interesse di tutti e delle future generazioni.
Se oggi la Basilicata é ridotta a depandance delle compagnie petrolifere, è proprio grazie ad un ceto partitocratico totalmente asservito agli interessi delle petrolobby".
"Più che in altre occasioni, a Montemurro, ho avuto la conferma che in certi contesti non può esserci spazio per la ricerca della verità. La verità farebbe emergere fino in fondo il livello di compromissione anche di alcuni presunti difensori dell’ambiente".
"Sarà un caso, ma il signor sindaco/podestà ha inteso togliermi la parola proprio mentre mi accingevo a ricordare l'inquinamento dell'area Pozzo Costa Molina 2 denunciato da Eni nel 2001".
"A testimoniare il livello di putrefazione raggiunto in Val d'Agri, il fatto che nessuno - e dico nessuno - abbia criticato l'arrogante decisione del primo cittadino di togliermi la parola".
"Se penso che a difendere salute e ambiente vengono chiamati personaggi che quando hanno 'lavorato' per Eni non si sono mai accorti dello stato delle matrici ambientali di alcune aree della Val d'Agri, rabbrividisco".
"Questa è la cifra di una regione sempre più vicina al Kazakistan, dove emerge che nel maggio del 2014 la Giunta guidata da Marcello Pittella aveva di fatto anticipato i contenuti dello “Sblocca trivelle”, fornendo la 'propria disponibilità' alla Joint-Venture Eni-Shell a 'consentire la presentazione di un’istanza al governo' per ottenere che le attività estrattive in Val d’Agri venissero dichiarate 'progetto di interesse strategico nazionale'. Nel verbale del “Comitato paritetico Regione-J.V. Eni-Shell” del 28 maggio 2014 infatti si legge che se la coltivazione di idrocarburi svolta in Basilicata venisse dichiarata progetto strategico, la decisione 'permetterebbe significative semplificazioni autorizzative'".
"Il contesto é questo e posso solo ribadire che la peggior forma di inquinamento in Basilicata è rappresentata dalla contaminazione di anime e coscienze".
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