
Fonte basilicata24news [2]
Di Federica Sterza
Boschi, sorgenti, torrenti, aree da pascolo, vigneti, olivi: nel Nord della Basilicata si nasconde un piccolo angolo di Paradiso, il Vulture, una subarea del melfese che confina con Puglia e Campania. Sullo sfondo svetta con i suoi 1326 m il Monte Vulture, un vulcano non più attivo, ma che non può ancora definirsi spento. La storia di questo angolo di Paradiso si intreccia però con le scellerate operazioni di trivellazione che la cronaca lucana ha dolorosamente dovuto raccontare in più occasioni.
Come ci racconta il segretario regionale dei Radicali, Maurizio Bolognetti, la storia del Vulture cambia quando, nel 1963 prendono il via le operazioni di trivellazione di un pozzo esplorativo nell'ambito del permesso di ricerca denominato "Lavello". Le cose non filarono lisce come avrebbero dovuto, tant’è che da un documento redatto dall'Agip “emerge che le operazioni di perforazione determinarono l'inquinamento delle falde acquifere, contaminate dai fanghi di trivellazione, in una zona che, ricordo, è ricca di acque minerali e di coltivazioni di particolare pregio” spiega Bolognetti.
E non è tutto. A distanza di oltre cinquant’anni, di recente sono state avanzate ben cinque richieste di permesso per il conferimento di nuovi titoli minerari, vale a dire nuovi permessi di ricerca. E tuttavia anche qui gli intoppi non mancano. Bolognetti racconta infatti che “l’Ufficio compatibilità ambientale della Regione Basilicata nel 2011 prima accetta la richiesta avanzata dalla società texana Aleanna Resources LLC, che ha una sede a Matera, ad avere i permessi, escludendo addirittura la procedura di Via (Valutazione di Impatto Ambientale), ma con delle ‘prescrizioni’ (vale a dire: ‘ci sono delle cose che dovreste comunque fare’), per poi, due anni dopo, negare l'intesa".
“Ho l’impressione, a volte, che ci sia un cortocircuito tra gli uffici e la politica, la politica e gli uffici” commenta il segretario radicale. Cortocircuiti che però rischiano di mettere a repentaglio un ecosistema dai tratti insuperabili e dalle bellezze uniche. Di questo passo, il “Vulture ce lo giochiamo”.