
Se Sala non riesce a garantire il rispetto della legge, rinunci al ruolo di commissario o a quello di amministratore delegato
Dichiarazione di Marco Cappato, consigliere comunale a Milano, presidente del Gruppo Radicale - Federalista europeo:
"La società Expo 2015 è stata condannata dal Tar della Lombardia a fornire al presidente del gruppo radicale - federalista europeo al Comune di Milano Marco Cappato copia del progetto 'Vie d'acqua sud', che Cappato aveva chiesto a maggio 2014 per poter valutare l'impatto sul territorio della nuova versione di un'opera da subito denunciata come inutile da Milanosìmuove e dai Radicali, e realizzata con un appalto commissariato a novembre 2014. Il Tar ha anche condannato Expo 2015 al pagamento a Cappato di 1.800 Euro oltre Iva e Contributo obbligatorio".
La società Expo 2015 aveva negato copia dei documenti di progetto in quanto non ancora "perfezionati e approvati da competenti organi", ma il Tar ha ribadito l'obbligo di consentire l'accesso ad atti anche in itinere per consentire al ricorrente di provare a "fornire soluzioni alternative" rispetto al progetto in corso.
A seguito della sentenza, Marco Cappato ha dichiarato: "ll 'Vie d'acqua' sono un'opera tanto inutile quanto devastante, uno spreco di danaro che abbiamo denunciato prima ancora che la magistratura se ne interessasse. Dopo tutto quello che è successo, il minimo sarebbe stato da parte di Expo 2015 di rispettare la legge nel fornire puntuale accesso agli atti ai consiglieri comunali, ma anche ai comitati e ai cittadini. Invece, non è bastato nemmeno un ricorso davanti al Tar per ottenere i documenti richiesti".
"Chiedo all'amministratore delegato di Expo 2015 e commissario unico a Expo, Giuseppe Sala, di spiegare le ragioni di un comportamento del genere e quali provvedimenti intenda prendere per il futuro. Se nella sua duplice veste non riesce a garantire il rispetto della legge nemmeno su una questione così elementare come la risposta ad un accesso agli atti, allora è meglio che si faccia da parte o come commissario o come amministratore delegato. Non è infatti ragionevole continuare - come fanno Maroni e Pisapia - a far gravare sulla stessa persona sia le responsabilità di gestione sia quelle di indirizzo e controllo".