
Domani in marcia a fianco dei sindacati di Polizia penitenziaria
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e Direzione Radicali Italiani
Domani i sindacati di Polizia penitenziaria della Basilicata scenderanno in piazza per denunciare una situazione lavorativa impossibile. L’ennesima conferma, ahinoi, che le nostre carceri, per dirla con Marco Pannella, sono luoghi di tortura senza torturatori. Senza torturatori, perché ad infliggere la tortura è uno Stato, il nostro, incapace di rispettare la sua propria legalità e ad essere torturata è l’intera comunità penitenziaria.
Questa è la cifra di una Paese che, come confermato poche ore fa dalla decisione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, sta esportando la sua “Peste”. Una Peste di cui il Presidente del Consiglio Matteo Renzi è portatore sano e, temo, inconsapevole.
Marco Pannella ci aveva avvertito, e da salveminiano “Profeta di sventure” aveva visto ciò che altri non riescono a vedere: l’addensarsi all’orizzonte di fantasmi che hanno appestato il XX secolo, l’antidemocrazia montante, la ragion di stato che schiaccia il Diritto e i Diritti. Sì, la “Peste Italiana” dilaga.
Nonostante la “Sentenza Torreggiani”, nonostante l’ultimatum che la Corte Europea aveva rivolto all’Italia, intimandoci di interrompere una tortura che prosegue e vive nella realtà di carceri indegne di un paese civile, il Comitato dei Ministri di questa Europa delle patrie e delle burocrazie riconosce “progressi” che non ci sono e cestina la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, così come in Italia abbiamo cestinato la Costituzione più bella del mondo.
Per un attimo, lo confesso, mi sono sentito nudo e disarmato di fronte a questa arroganza, di fronte a un potere e a potenti impotenti che negano tutto ciò è importante per noi, che abbiamo fatto della Legge, del Diritto e dei Diritti Umani la nostra bandiera.
E’ stato un attimo, appunto, ma non voglio cedere alla rassegnazione e allo sconforto, e voglio e devo lottare finché sarà possibile.
Nei giorni scorsi Marco Pannella aveva chiesto le dimissioni del nostro Presidente del Consiglio affermando: “Noi abbiamo adesso un Presidente del consiglio italiano che rappresenta ufficialmente la posizione anti Corte europea dei diritti dell’uomo e soprattutto è anti Presidente della Repubblica e i suoi atti formali, come più alto magistrato della Repubblica italiana in termini di diritto”.
Questa Europa ha tradito se stessa e la sua propria legalità. La “Peste Italiana” dilaga accompagnata dal renzismo, figlio del settantennio partitocratico.
Questa Europa ha prorogato la tortura e il nostro Stato e il Governo Renzi adesso applicheranno la tariffa.
Cosa ne è stato degli obblighi evocati dal nostro Presidente? Quel Presidente della Repubblica che - recependo in pieno le osservazioni di Marco Pannella - ha scritto: “Confido che vorrete intendere le ragioni per cui mi sono rivolto a voi attraverso un formale messaggio al Parlamento e la natura delle questioni che l'Italia ha l'obbligo di affrontare per imperativi pronunciamenti europei. Si tratta di questioni e ragioni che attengono a quei livelli di civiltà e dignità che il nostro paese non può lasciar compromettere da ingiustificabili distorsioni e omissioni della politica carceraria e della politica per la giustizia”.
No, non cederò a un pur legittimo avvilimento; non voglio e non posso. Abbiamo un tesoro di lotta da difendere, la nostra ragionevolezza da contrapporre allo sfascio che incombe.
Domani scenderò in piazza al fianco dei sindacati di Polizia penitenziaria per la vita del diritto e il diritto alla vita e per innalzare una volta ancora le nostre bandiere: “Diritto, Giustizia, Amnistia per questa Repubblica e per questa Europa, Libertà, Democrazia”.
Scenderò in piazza per ricordare a me stesso e a tutti coloro a cui potrò rivolgermi, che l’amministrazione della giustizia in questo nostro Paese è alla bancarotta e che essa è zavorra per la vita economica e sociale di questa italietta del fascio unico dei partiti, succeduto al partito unico del fascio.
Avremo la possibilità di spiegarle, di raccontarle le nostre ragioni e le nostre proposte? Forse no; ma memore di un antico insegnamento, dico: “fai quel che devi, accada quel che può”.
Noi non molliamo! Lo dico anche al Governatore della regione Basilicata Marcello Pittella, che non ha proferito verbo a sostegno delle nostre ragioni, emulando il suo mentore Matteo Renzi.
Appuntamento a Potenza dunque, alle ore 10.00, sotto le mura della casa circondariale, per marciare con una parte della torturata comunità penitenziaria.
© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati