
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando fa sapere di condividere le valutazioni del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e che esistono le condizioni per una riforma della giustizia; dunque e' necessario agire.
Condividere non e' sufficiente, occorre fare, scrive Valter Vecellio della direzione di Radicali italiani in una nota per il periodico "Notizie Radicali". E cosa si deve fare il presidente Napolitano lo ha autorevolmente e solennemente detto in almeno tre occasioni: durante il prestigioso convegno ospitato al Senato tre anni fa; in occasione del primo (e unico) messaggio inviato alle Camere; nel corso del colloquio con Papa Francesco che poco prima aveva telefonato a Marco Pannella per esprimergli solidarietà, vicinanza, sostegno.
Occorre, come misura preliminare, condizione decisiva e fondamentale per poter avviare le riforme sulla giustizia, un provvedimento di amnistia e di indulto. Il ministro Orlando dunque lo dica, anzi lo gridi: per sanare la situazione intollerabile nelle carceri e nei tribunali, occorrono amnistia e indulto, subito. Sono gli unici provvedimenti che si possono adottare per superare lo stato comatoso della giustizia Italiana. Tutto il resto, assicurato e ipotizzato, sono solo pannicelli caldi, cortine fumogene fuorvianti. Orlando, se vuole, puo' farsi portatore nel Governo e nel PD, dell'unica, vera, riforma in grado di interrompere una miope e criminale politica decennale che ci ha portato all'attuale collasso. Se Orlando condivide i richiami e i moniti del presidente Napolitano deve gridare: amnistia e indulto subito! Sapra', vorra', potra' farlo?
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