
Fonte Nuova del Sud, 19 aprile 2014 [2]
Di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani e Direzione Radicali Italiani
Come in un film, nei giorni scorsi, ho provato a ripercorrere le tappe del caso Fenice. Prima hanno nascosto l'inquinamento per quasi dieci anni, poi hanno traccheggiato e minimizzato la portata dello stesso. E invece le cose stanno esattamente come avevo ipotizzato a partire dal 2009: l'inquinamento è andato decisamente oltre il perimetro di Fenice. Lor signori, però, hanno nascosto anche questo; così come la Procura non ha soddisfatto le richieste del CTU Fragassi. A costoro non è bastato avvelenare i cittadini del Vulture per 15 anni. No, hanno anche deciso di continuare con i veleni e con i silenzi omertosi. Mi chiedo: ma per continuare su questa rotta era necessario chiamare Berlinguer? Non bastavano e avanzavano i nostri eroi? Forse sì, se consideriamo che il nuovo corso renziano prevede di vendere il fumo per arrosto.
Ancora una volta sapevano e hanno taciuto.
Sapevano, per esempio, della comunicazione - datata 15 maggio 2013 - della Snowstorm SRL, che rivolgendosi al Comune di Melfi, alla Provincia di Potenza, alla Prefettura e alla Regione scriveva: “il precedente proprietario del sito ha comunicato in data 22 marzo 2012 ai sensi ex art.245 il superamento delle CSC per Solventi Clorurati e Alogenati nelle acque di falda(nella fattispecie sono stati illo tempore rilevate eccedenze rispetto alle seguenti sostanze contaminanti: bromodiclorometano, cloroformio, dibromoclorometano, tetracloroetilene, tricloroetilene”.
La stessa Snowstorn, nel declinare ogni responsabilità, scarica tutte le responsabilità della contaminazione su Fenice e, come se non bastasse, aggiunge che da analisi commissionate alla ERM Italia Spa è emerso il superamento delle CSC(Concentrazione soglia di contaminazione) nelle acque sotterranee, in relazione ai parametri relativi al “Benzo(a)pirene, tricloroetano, bromoclorometano, tricloroetilene, Tetracloroetilene,, Floruri, Arsenico, Manganese, Cromo Esavalente e Policlorobifenili”.
Allora, nuovamente, chiedo a chi è deputato alla salvaguardia dell’ambiente e della salute e agli Enti destinatari della missiva: perché non avete divulgato queste informazioni?
E perché non si è ancora provveduto a fare una indagine seria su inquinanti che di certo vengono emessi dagli impianti di incenerimento e che sono persistenti e bioaccumulabili come, per esempio, le diossine?
Nuova del Sud, 19 aprile 2014 [3]
Di Dario Cennamo
Inquinamento a valle di Fenice, si inizia scavando sei pozzi nell'area della Sata. "Il carteggio con la Sata era tenuto accuratamente in un cassetto. Anche perchè la risposta di Fiat alla Regione Basilicata era stata non dura, ma durissima[...]Ma è a questo punto che la Sata con una lettera svelata qualche giorno fa dal segretario di Radicali Lucani, Maurizio Bolognetti..."
Approfondimenti
La lettera della Snowstorm [4]
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