
Radicali, appello agli amministratori veneti: “Fate scegliere i cda delle fondazioni bancarie ad agenzie esterne”
«Gli amministratori veneti facciano scelte virtuose e deleghino la nomina dei vertici delle fondazioni bancarie ad agenzie esterne». È uno degli appelli lanciati oggi dai Radicali, che hanno presentato in Regione, a Venezia, la campagna nazionale “Sbanchiamoli. Fuori i partiti dalle banche - Credito a chi merita”.
L'iniziativa, alla quale hanno annunciato in conferenza stampa il loro sostegno 4 consiglieri del gruppo misto - Diego Bottacin (Verso Nord), Sandro Sandri (già assessore alla sanità), Santino Bozza e Giovanni Furlanetto - ha l'obiettivo di separare l'attività istituzionale delle fondazioni dalla presenza nel capitale azionario degli istituti di credito, tenendo fuori dalle banche, dunque, politica e partiti.
Radicali Italiani ha presentato sul tema una petizione parlamentare, raccogliendo adesioni sul web. «La separazione fra banche e fondazioni può aiutare gli istituti di credito a essere maggiormente capitalizzati a beneficio del credito verso imprese e cittadini, e le fondazioni a investire di più sul territorio», ha detto il tesoriere del movimento Valerio Federico.
«Se non cambia il sistema, nell'arco di due o tre anni o le fondazioni uccidono le banche perché non le ricapitalizzano, o le banche uccidono le fondazioni perché gli succhiano il patrimonio», ha continuato Alessandro Massari, membro della Direzione dei Radicali. «In Veneto, dove molti imprenditori hanno dovuto chiudere l'azienda per mancanza di accesso al credito, la situazione non è più tollerabile e per questo ci appelliamo agli amministratori locali. Si può essere virtuosi anche senza obblighi formali. Si faccia una scelta coraggiosa di rottura, puntando sulle competenze».
Federico ha portato anche esempi locali di un sistema che «va cambiato». «Cariverona e Cariparo investono il 43% e il 55% delle loro dotazioni di investimenti in un unico soggetto: rispettivamente, Unicredit e Intesa Sanpaolo. Ci troviamo di fronte a una violazione della legge, che invece impone alle fondazioni la diversificazione degli investimenti», ha detto.
Di «blocchi dinastici familistici» nelle fondazioni venete ha parlato Diego Bottacin, che ha spiegato come questi «condizionino le banche e la politica».
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