
I dati dell'Osservatorio europeo sulle droghe di Lisbona [2], resi noti ieri, fotografano la realtà di un fenomeno complesso e in continua evoluzione che le politiche basate sulla proibizione e sulla repressione non riescono a controllare e a governare. Le dichiarazioni in cui Giovanni Serpelloni [3], capo del Dipartimento antidroga, secondo il quale dietro le proposte di legalizzazione della cannabis potrebbero esserci gli interessi delle multinazionali del tabacco, sono solo fumo negli occhi per tentare di nascondere il fallimento di politiche proibizioniste che hanno ottenuto unicamente la criminalizzazione di milioni di persone, il sovraffollamento delle carceri e l’arricchimento delle mafie.
Il referendum per eliminare il carcere in caso di violazioni per fatti di lieve entità della normativa sugli stupefacenti rappresenta anche l’occasione per aprire nel nostro Paese un grande dibattito, sinora vietato, sulle politiche italiane che ogni giorno consegnano i consumatori alle organizzazioni criminali, sempre più ricche e più potenti grazie al traffico illecito degli stupefacenti.
Di fronte ai cambiamenti in atto in molti Paese del mondo, l'Italia non può rimanere prigioniera di quella disastrosa e fallimentare “guerra alla droga” cui ormai sembrano credere poco gli stessi Stati Uniti.
L’appuntamento per chi vuole impegnarsi sul referendum è a Roma, il 1 giugno, dalle 9.30 presso la sala Capranichetta in piazza Montecitorio 125. Per info www.cambiamonoi.it [4]
Dichiarazione di Mario Staderini, Segretario di Radicali italiani.
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