
da La Siritide [2], 17 maggio 21013
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e Direzione Radicali Italiani.
Almeno per una volta, si spera, ci sarà risparmiata la patente di allarmisti e untori. Questa volta, infatti, a certificare uno sforamento nei limiti di emissione del famigerato SO2 è la stessa Eni in una lettera firmata dall’ing Gheller, responsabile del Distretto Meridionale(DIME).
L’impianto di recupero zolfo del Cova(Centro oli Val D’Agri), dice Gheller, ha “mostrato performance di esercizio non ottimali”.
L’inconveniente a detta di quelli del Mulino Bianco, pardon dell’Eni, avrebbe provocato uno “sporadico superamento” dei limiti emissivi “per il parametro SO2”.
Con il dovuto rispetto tocca far notare all’Eni e a coloro che dovrebbero controllarne l’operato, che risulta davvero difficile pensare ad un fenomeno “sporadico”. Da mesi dai camini dell’Eni si innalzano fiammate che hanno preoccupato non poco gli abitati di Viggiano e in particolare i residenti di c/da Vigne.
Di “sporadico” in Val d’Agri, per non dire nullo, negli ultimi 15 anni c’è stato solo il controllo terzo delle emissioni inquinanti provenienti dal Centro Oli.
A tutti gioverà sottolineare quello che è noto in letteratura scientifica: “l’SO2 o Biossido di zolfo è un gas estremamente nocivo che viene facilmente assorbito dalle mucose del naso e dal tratto superiore dell’apparato respiratorio”.
“A basse concentrazioni gli effetti del biossido di zolfo sono principalmente legati a patologie dell’apparato respiratorio come bronchiti, asma e tracheiti e ad irritazioni della pelle, degli occhi e delle mucose”. Alte concentrazioni di SO2 provocano irritazione agli occhi, al naso ed alla gola e un aumento della frequenza cardiaca. Concentrazioni superiori ai 5g/mc producono asfissia tossica con morte per collasso cardicircolatorio.
Sarà un caso, ma tutte le volte che ho avuto modo di intrattenermi in prossimità del centro oli ho puntualmente avvertito alcuni dei fenomeni collegati all’esposizione a concentrazioni, più o meno alte, più o meno basse, di SO2. Per capire gli effetti prodotti dalla diffusione di questo gas basterebbe farsi una chiacchierata con il dott. Pino La Veglia, che da anni ne riscontra gli effetti in quel di Grumento Nova. Altro che sporadico!
Con sconcerto tocca denunciare che una volta di più veniamo a conoscenza degli sforamenti comunicati dall’Eni con settimane di ritardo. Cogliamo l’occasione, quindi, per invitare nuovamente gli enti preposti a fornire una tempestiva comunicazione alla popolazione e a migliorare controlli e monitoraggi che per troppo tempo sono stati affidati alla sola Eni.
Approfondimenti
Attività estrattive Val d'Agri; Nota di Bolognetti (Basilicatanet, 17 maggio) [3]
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