
Il ministro degli Esteri Emma Bonino si trova da ieri a Londra per una Conferenza internazionale sulla Somalia, prima missione all’estero da titolare di deleghe del governo guidato da Enrico Letta. Nella Lancaster House, sede di rappresentanza del Foreign Office britannico, a pochi passi da Buckingham Palace, 54 delegazioni di Paesi sovrani e organizzazioni non governative discutono del piano “Six Pillars” (Sei Pilastri) per riportare la pace e per la ricostruzione della Somalia.
Ieri la Bonino, a margine di un incontro bilaterale con il suo omologo britannico William Hague, aveva avvertito: “Un’interruzione del processo di pace in Somalia avrebbe conseguenze drammatiche”. Ma, sul tavolo delle discussioni con Hague, anche la Siria, il mercato comune europeo e la violenza sessuale in contesto di guerra, tema molto caro al Regno Unito.
Alla conferenza il ministro ha confermato sulla Somalia il forte impegno del governo italiano per il processo di stabilizzazione nel Paese, un impegno “che c’è e c’è stato anche quando altri non avevano la stessa attenzione”. Il coinvolgimento dell’Italia è stato tale anche “spingendo altri in Europa a fare altrettanto”. L’Italia - ha aggiunto a margine della conferenza di Londra - si considera “partner” del governo somalo, governo che nel processo in corso “prende le sue responsabilità”.
“Vogliamo organizzare anche in Italia, un evento sulla Somalia” ha rivelato. “La questione della stabilizzazione ci è chiara e il nostro Paese può e deve giocare un ruolo. La mia presenza qui a Londra è per confermare il nostro rinnovato impegno per la Somalia. Il nostro è un legame storico e ora crediamo in un assetto di tipo federale. Questa - ha aggiunto Bonino - è anche una questione di sicurezza e gli ultimi attentati lo hanno confermato. Allo stesso tempo restiamo molto attenti al rispetto dei diritti umani, in particolare di donne e bambini. Sulla Somalia serve un approccio omogeneo e serve continuità. La conferenza dell’Unione europea di settembre sarà un momento importante”.
Rispondendo a una domanda della stampa somala, Bonino ha precisato: “Non credo che i precedenti governi abbiamo snobbato i problemi somali, magari solo perché si tratta di una ex colonia. Abbiamo un budget per la Somalia e questa è una notizia. Benvenuto ora - ha concluso il ministro - ogni supporto esterno”.
Alla domanda se tornerà in Somalia il ministro degli Esteri Emma Bonino ha risposto: “Dopo Chisimaio? Sì, certamente”. Il chiaro riferimento del giornalista è all’episodio che nel 1996, aveva visto la delegazione di Emma Bonino in visita in Somalia da commissaria europea per gli aiuti umanitari, bersaglio di una sparatoria tra fazioni rivali. Riferimento che la titolare della Farnesina ha colto immediatamente, mimando anche il gesto di un’arma. In quell’occasione Bonino fu testimone diretta della fragilità della situazione sul terreno, assistendo da molto vicino a due sparatorie in poche ore, tra fazioni rivali che si contendevano l’onore di riceverla.
Ieri la titolare della Farnesina aveva anche annunciato che in occasione del passaggio nella capitale del segretario di Stato americano John Kerry, di rientro dalla Russia e dal suo tour europeo, parlerà soprattutto della Siria, del conflitto e delle conseguenze sulla regione e sul Medio Oriente.
Al riguardo ha dichiarato: “Non ritengo esistano soluzioni militari possibili in Siria, almeno nell'immediato”, dicendosi convinta che la via di uscita alla crisi nel Paese debba essere “politica”. Ha sottolineato come “la situazione in Siria sia drammaticamente insopportabile” e come in questo momento serva “evitare ulteriori danni”. Per quanto riguarda la posizione italiana, ha spiegato la Bonino, “sabato e domenica nel seminario convocato dal premier Enrico Letta con tutti i ministri saranno toccati i temi più caldi” anche di politica estera, e “mi auguro che in quella sede si consolidi una linea unitaria del governo italiano”.
“Spero - ha aggiunto Bonino - che la posizione sia omogenea anche a livello di Europa: stiamo infatti vivendo lo stesso dibattito che c’è stato in passato con Sarajevo e la Bosnia, e mi auguro che l’Europa abbia imparato la lezione e parli con una voce sola”.
In chiusura due accenni a due situazioni critiche che vedono protagonisti dei cittadini italiani all’estero: i marò e la scomparsa del giornalista Quirico. Il ministro degli Esteri Emma Bonino per la vicenda dei due marò italiani ha auspicato “una soluzione in positivo che sia equa e accettabile”. Mentre su Domenico Quirico ha espresso qualche amarezza: “Il fatto che non ci sia stata nessuna reazione alla notizia” resa pubblica della scomparsa in Siria dell’inviato della Stampa, Domenico Quirico, “non mi sembra un elemento molto positivo”.
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