
Dichiarazione di Michele De Lucia, tesoriere di Radicali italiani
Le buone notizie rappresentate dall’inaugurazione del nuovo impianto di Grugliasco e dall’annuncio - che speriamo trovi, questa volta, conferma nei fatti - che non vi saranno nuove chiusure in Italia, non dovrebbero consentire a Sergio Marchionne e John Elkann di riscrivere - in stile orwellianamente retroattivo - la storia: quella del nostro Paese e quella della Fiat. Dire, come fa Marchionne, che non bisogna “abusare della Fiat per fini politici” fa ridere, anche se si tratta di un riso amaro. Da molti decenni la Fiat si è servita della “politica” a fini aziendali, scoprendo le leggi ad aziendam ben prima di Berlusconi, nel solco di una tradizione pienamente consociativa e… associativa.
Marchionne, se volesse davvero dare un contributo di chiarezza e trasparenza, dovrebbe iniziare a dare il buon esempio, pubblicando i dati ai quali non abbiamo avuto accesso e sui quali né l’Inps né il Ministero del Lavoro da undici anni hanno voluto rispondere (sempre dicendo, naturalmente, di non sapere rispondere): quelli sui piani di rientro che l’azienda dovrebbe avere, per legge (n. 223 del 1991), sempre presentato contestualmente alla richiesta di Cassa integrazione straordinaria. Quanti cassintegrati sono rientrati di volta in volta sul posto di lavoro, dopo quanto tempo, e a quali condizioni? Quanti no? Aiuterebbe a capire cosa ci attende davvero.
Arese: tutto dimenticato?
Termini Imerese: tutto dimenticato?
Rottamazioni: tutto dimenticato?
Cassa integrazione (= aiuti di Stato): tutto dimenticato?
[to be continued]
Roma, 30 gennaio 2013
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