Dichiarazione di Giulia Simi, candidata in Toscana per la lista “Amnistia Giustizia Libertà”, membro della Direzione nazionale di “Radicali Italiani” e Alessandro Massari, candidato nel Lazio per la lista “Amnistia Giustizia Libertà”, membro della Direzione nazionale di “Radicali Italiani”
In questi giorni sui i media è scoppiato il caso Monte dei Paschi di Siena. È l’epilogo di quindici anni di discutibile gestione, guidato da un ceto politico dirigenziale di dubbia competenza, tanto per essere precisi targati in sequenza PDS, DS, Ulivo, PD. Non dovrebbe essere, purtroppo, una sorpresa, ma i cittadini senesi, grazie ai media che spesso hanno silenziato le voci libere, hanno continuato a sperare che il “sistema Siena” prima o poi, se ci fosse stato qualche errore, l’avrebbe risolto.
In questa tragica vicenda esistono responsabilità personali e responsabilità politiche. Le responsabilità personali li accetterà la magistratura, e sarà suo compito. Bisogna pur riconoscere che in questo anni la magistratura senese si è mostrata molto cauta e garantista e ne prendiamo atto, Non ci sono state fughe di notizie, intercettazioni telefoniche ed tutto ciò va a un suo merito. Niente a che vedere con quello che è successo, ad esempio, a Parma. La speranza, ora,è che tutti facciano la loro parte: la magistratura, la Consob e la Banca di Italia senza ulteriore indugi con una stampa non più distratta, ma in grado di informare i cittadini senesi.
Mentre è assolutamente chiaro e non c’è timore di essere smentiti, delle responsabilità politiche della filiera PDS, DS e PD con un scadimento progressivo che ha portato al disseto economico, sociale culturale della città di Siena. Sono tredici anni di dissesto economico. Tredici anni di MPS asservito al potere, a partire dal caso Salento per terminare con l’acquisto dell’Antonveneta.
Tutti insieme hanno fatto più danni a Siena dell’alleanza dei medici e degli spagnoli nel 1555. Con una differenza che i senesi si difesero sulle mura fino all’ultimo, mentre oggi continuano in gran parte con un sorriso ebete a pensare di essere a “Scherzi a parte”.
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