
Dichiarazione di Marco Beltrandi, radicale, componente della Commissione di Vigilanza sulla Rai:
"Vigilanza decide di rivedere delibera senza neppure attendere di conoscere quanti soggetti concorreranno effettivamente alle elezioni con propri candidati premier, all'insegna del disimpegno dell'azienda, e della riduzione di diritti e spazi. Unica reazione della nonviolenza: denunce , denunce, denunce, in ogni sede."
Roma, 16 gennaio. " E così, senza neppure attendere di conoscere la definitiva quantità dei soggetti politici che effettivamente saranno sulla scheda elettorale con propri candidati premier, la Commissione di Vigilanza Rai di ieri, a cui non ho potuto partecipare per ragioni di salute, avvia un processo di revisione della seconda fase della campagna elettorale Rai. A questo proposito è bene subito evidenziare alcuni aspetti:
1) il Presidente della Rai Anna Maria Tarantola ha insistito in Commissione sulla correttezza ed ampiezza della campagna Rai sin qui svolta, laddove invece tutti i dati di monitoraggio mostrano spaventosi squilibri nell'informazione dei telegiornali ( solo in parte certificati dalla AGCOM), e ancora maggiore nei talk show . Di quale equilibrio si può parlare quando partiti di formazione sessantennale presenti in Parlamento scompaiono a favore di partiti appena nati e che mai si sono presnetati alle elezioni? Mentre per quanto riguarda i pochissimi spazi regolamentati ( tribune) essi hanno avuto prevedibili ascolti bassissimi dovuti ai format infelici, che ho invano cercato di correggere in Vigilanza, e alla collocazione in palinsesto ( naturalmente la Rai nei margini di discrezionalità lasciati dalla Commissione ha scelto gli spazi in palinsesto meno seguiti);
2) la Commissione, a dispetto del regolamento approvato il 3 gennaio, a dispetto dei regolamenti parlamentari, e della Commissione stessa, insiste nel voler affidare gran parte della procedura di revisione ad un Ufficio di Presidenza, anziché al plenum della Commissione. Unica spiegazione possibile: l'unica differenza è che in Ufficio di Presidenza per volontà congiunta pervicace di UDC e PD non sono presente io, unico esponente di un partito presente in parlamento a non essere rappresentato in quella sede decisionale, dove sono pure i partiti appena nati. Ribadisco che le competenze in materia di interpretazioni integrative o modificative del regolamento sono esclusivamente del plenum della Commissione, come sancito anche nel testo approvato lo scorso 3 gennaio, e il partito a cui appartengo si avvarrà di ogni strumento utile per evitare che nuovi gravi strappi alle competenze degli organi, e ai regolamenti, oltre che dalla par condicio venga perpetuata;
3) a fronte di una campagna Rai così povera di ascolti, di regole, di spazi, dopo anni di vergognosa ed illecita non trasmissione delle tribune politiche da parte della Rai che ha chiaramente penalizzato partiti accreditati di minor consenso , ora si pretende di ridurre ancora di più gli spazi regolamentati. A vantaggio dei soliti talk show di fatto senza regole.
Quanto invece agli interessantissimi confronti fra candidati premier che ora la Rai sostiene che il pubblico reclami, io in Commissione avevo presentato e fatto mettere ai voti il 3 gennaio una proposta di buon senso proprio di questo tipo: la riproporrò pari pari, essendo l'unica a consentire alla Rai di presentare un format di successo in treo quattro trasmissioni senza alterare quella assoluta parità di condizioni che è tratto inalienabile della seconda e ultima fase della campagna elettorale.
Per il resto ai nonviolenti non rimangono che le denunce, in ogni sede."