
I deputati Radicali pur avendo votato la fiducia sul decreto enti locali si asterranno sul merito del provvedimento perché, su impulso del Governo, è stato presentato un emendamento per inserire il regolamento sotto la copertura della legge dopo che il 13 novembre scorso il Consiglio di Stato aveva negato tale copertura ritenendo che "alcune limitate parti dello schema di regolamento" dovessero esser "ricondotte a coerenza coi principi comunitari, anche allo scopo di evitare il rischio di una procedura di infrazione avente ad oggetto il nuovo atto normativo".
Il Governo, piuttosto che elaborare meglio il concetto di attività economica, inteso in senso comunitario, ha preferito la scappatoia di "legificare" il regolamento, andando contro le azioni giurisdizionali relative ai possibili aiuti di stato legati all'esenzione del pagamento di tasse da parte della CEI. La decisione del Governo fa seguito a quella di finanziare lautamente le istituzioni scolastiche parificate. Con questa norma, oltre ad ampliare le esenzioni per tutta una serie di attività non caritatevoli o strettamente connesse alla religione, si renderà anche molto più complessi e onerosi gli eventuali ricorsi delle amministrazioni locali. Ultimo, ma per questo non meno importante, ci si espone a nuove censure in sede nazionale ed europea, dopo la Corte di Strasburgo (sentenza 7 giugno 2011, Agrati ed altri contro Italia) e la Corte costituzionale italiana (sentenza n. 78 del 2012), ci mancava soltanto la Corte di Lussemburgo a completare il coro di coloro che censurano questa peculiarità tutta italiana.