
“Sono pronta a scommettere che avete chiesto informazioni al direttore, cioè alla persona che in questa interpellanza urgente è denunciata perché non va mai a visitare le celle di detenzione”, ha dichiarato la deputata radicale Rita Bernardini in replica alla risposta del governo all’interpellanza urgente presentata dopo aver visitato senza preavviso il carcere di Vicenza, dove ha riscontrato - tra l’altro - condizioni di povertà grave e assistenza carente sotto ogni aspetto, a cominciare da quello sanitario, e ha raccolto dai detenuti testimonianze inquietanti relativamente a violenze all’interno dell’istituto.
“Si dice che non vi sono stati pestaggi. Ma lo avete chiesto al direttore?
Lo avete chiesto al comandante? Avete interpellato il personale che lavora nell'istituto? Come l'avete fatta questa indagine?”, ha chiesto la parlamentare al sottosegretario Gullo, che nella sua risposta aveva affermato che al governo non risultano episodi di «pestaggio» attuati dalla Polizia penitenziaria all'interno dell'istituto, né casi che hanno richiesto l'impiego della forza fisica.
“Ho visto con i miei occhi la gente che non aveva nemmeno di che vestirsi”, ha inoltre replicato Bernardini al sottosegretario, il quale aveva riferito che per fronteggiare la condizione di povertà di molti detenuti, la direzione dell'istituto distribuisce generi di vestiario che vengono donati dalla Caritas e da altri organismi benefici. “Quei detenuti ricevono 10 euro al mese dal cappellano per mangiare, perché il menù, che avete deciso di tagliare ulteriormente, prevede 3,6 euro al giorno per ciascun detenuto”, ha aggiunto la radicale.
Quanto allo stato della struttura, gravemente sovraffollata, e alla vita detentiva, la risposta del governo non ha potuto che confermare “lo stato di illegalità e i trattamenti inumani e degradanti”, ha osservato la deputata radicale, “riuscite a immaginare che cosa voglia dire stare in una cella di 9 metri quadrati in tre, con due letti a castello, un altro letto messo di traverso, il tavolino, gli sgabelli, gli armadietti, per 21 ore al giorno?”, ha chiesto Rita Bernardini che ha poi concluso: “Sono al trentasettesimo giorno di sciopero della fame. Non vi nascondo che spesso ho pensato se vale la pena vivere in un Paese dove c'è una classe politica che non si rende conto, e non vuole rendersi conto, di quanto sia importante la giustizia, che non sa che dalle condizioni delle carceri si vede la civiltà di un Paese”.
Al seguente link il testo dell’interpellanza:
Qui il resoconto stenografico con la risposta del governo e la replica di
Rita Bernardini: http://www.camera.it/410?idSeduta=0726&tipo=stenografico [3]
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